Gian Marco Chiocci
da Roma
È stato lombra di Giorgio Chinaglia, il suo portavoce, luomo che ci ha sempre messo la faccia, rimettendocela pure quando lhanno sbattuto in galera nellinchiesta sulla «scalata» alla SS Lazio. Degli otto arrestati, Giuseppe Bellantonio è lunico ad esser finito ai domiciliari. Di questo ringrazia il suo avvocato, Antonio Iezzi, che «per amore di verità e di chiarezza» gli ha dato lok per lintervista.
Signor Bellantonio, i tifosi laziali chiedono che Chinaglia torni in Italia e spieghi tutto...
«Concordo con questesigenza, non più procastinabile, di un suo immediato ritorno. Giorgio deve chiarire ogni cosa sotto il profilo penale e sportivo. Avere da lui un riscontro ufficiale sui singoli fatti è fondamentale. Già quando venne indagato, lo invitai energicamente a venire in Italia e a presentarsi ai magistrati. Io per primo ho avuto fiducia in lui e non vorrei trovarmi nella condizione di dover pensare che qualcuno possa avermi preso in giro».
È stato Chinaglia a trattare con gli Irriducibili o questi lo hanno spinto a far di tutto per rilevare la Lazio?
«Ho letto di una vacanza di un capo ultrà in America da lui e della proposta di trovare un gruppo imprenditoriale solido. Io non ero presente. So solo che a un triangolare a Rieti, un applauditissimo Chinaglia si incontrò con Lotito a cena, ci furono parole di stima, e in quel contesto Chinaglia offrì la sua disponibilità a reperire sponsor di livello per una cifra consistente».
Si parla di politici sondati per silurare Lotito.
«Una sera ricevetti una telefonata per recarmi, con gli ultras, da Alemanno al ministero. Lui ci ricevette e auspicò che liniziativa di Giorgio fosse seria per poter produrre qualche risultato positivo. Rispetto a Veltroni il contatto fu indiretto e relativo alla anomala fidejussione rilasciata alla Lazio Femminile».
Sapeva delle minacce al presidente della Lazio?
«No, e a certi comportamenti intimidatori mi sono sempre opposto. Ma è pur vero che era sufficiente sintonizzarsi su una o più emittenti radiofoniche per sentire dei presunti tifosi abbandonarsi a parole a dir poco vergognose. Si è parlato poi di ricerca di una trattativa con la Lazio ma non ci siamo mai nemmeno seduti intorno a un tavolo».
Cera la camorra, gli ultras del business, non cerano i bonifici garantiti. Ma che razza di scalata era?
«Del clan dei casalesi ho appreso dai giornali. Quanto ai bonifici, so che ne circolavano alcuni e che erano nelle mani degli avvocati e di Giorgio.
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