Il Portello batte il Duomo e apre la piazza più grande

Il Portello batte il Duomo e apre la piazza più grande

Il Comune rende omaggio all'architettura presente e passata. Lo fa intitolando una piazza e due vie ai grandi architetti e designer del Novecento: Gino Valle, Aldo Rossi e Ignazio Gardella. È stata inaugurata ieri al Portello la più grande piazza della città e intitolata a Gino Valle, il «padre» storico del piano urbanistico di riconversione delle ex-aree industriali Alfa Romeo e Lancia. Nel quartiere sono state anche intitolate due vie, ad Aldo Rossi, dove ha appena aperto il nuovo museo del Milan, e Ignazio Gardella.
La nuova piazza, più grande per estensione addirittura dell'amatissima piazza Duomo, si appresta a diventare meta di pellegrinaggio di milanesi e turisti, amanti dell'architettura e dell'arte: merito del bassorilievo di Emilio Isgrò «Grande Cancellatura per Giovanni Testori», realizzato quest'anno e donato al Comune per la nuova agorà. Obiettivo: dare un'impronta caratteristica e unica nello spazio che da viale Scarampo sale fino all'imbocco della passerella ciclopedonale.
«Una nuova grande piazza, un segno forte di innovazione nel cuore del Portello, quartiere della trasformazione e del cambiamento – il commento del vicesindaco con delega all'Urbanistica Lucia De Cesaris –. Quest'area comincia oggi ad avere una sua vita, grazie anche al Museo del Milan ma, soprattutto, all'opera di Isgrò, che ne fa un esempio significativo in tutta la città, coniugando architettura, arredo urbano e arte contemporanea».
«L'opera di Isgrò è un ulteriore tassello della grande valorizzazione di spazi pubblici e privati che stiamo portando avanti con l'inserimento dei lavori dei più grandi protagonisti dell'arte contemporanea – spiega l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. In un solo mese Milano si è arricchita del segno potente di Libeskind, Kounellis e Isgrò».
L'imponente installazione di Isgrò (23,40 metri di lunghezza e 2,47 metri di altezza) segna il passaggio del Maestro dell'arte Concettuale dalla bidimensionalità del supporto cartaceo alla tridimensionalità del bassorilievo, con un brano tratto da «Il ponte della Ghisolfa» di Giovanni Testori. Isgrò ha cancellato alcune parole del testo e lo ha tradotto in un intervento artistico tridimensionale su grande scala su uno dei contrafforti inclinati della piazza.
Ma nella giornata non è mancata una nota polemica: Alan Rizzi, consigliere comunale di Forza Italia punta il dito sulla dimenticanza (?) del Comune sull'origine del progetto, che risale all'era Moratti.

«Siamo felici della grande ammirazione che destano una piazza e un quartiere tutto realizzato dall'amministrazione di centrodestra con il coinvolgimento dei privati e delle firme più prestigiose dell'architettura - puntualizza Rizzi -. I nuovi quartieri, celebrati nel mondo come esempio di eccellenza urbanistica, penso al Portello e a Porta Nuova, sono le ultime cose belle che si sono fatte a Milano. Dopo c'è stato il deserto».

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