Dal porto alle bici a noleggio: Barcellona corre, Genova affonda

(...) Ma, probabilmente, se fossi stato a Pantelleria, Carunchio e al Lido degli Estensi il risultato avrebbe rischiato di essere lo stesso.
Barcellona, si diceva. Qui si potrebbe scrivere un romanzo, aggravato anche dal fatto che la sconfitta nel confronto non è solo di Genova, ma proprio di tutta l’Italia nei confronti della Spagna: vedere una città spagnola oggi dopo averla vista venti o anche solo dieci anni fa, getta in una situazione di profondo sconforto. Ci si sente sconfitti. Ci si sente abitanti di un Paese minore, fra l’altro senza nemmeno questioni di colore politico: uno straordinario impulso alla Spagna è venuto dal governo Aznar, che era di centrodestra, ma anche quello di Zapatero, che è di centrosinistra e che fa anche cose aberranti, dal punto di vista dello sviluppo del Paese non ha proprio niente da farsi rimproverare. Basti un piccolissimo esempio: a casa nostra aprono in continuazione sportelli bancari ad hoc per i mutui, per la fortissima richiesta di denaro. Da loro, aprono in continuazione sportelli bancari tout court per la fortissima offerta di denaro per i depositi. Non è una differenza, è la differenza.
Per Barcellona in particolare, visto che ho a disposizione poche righe e non un romanzo, vi propongo solo qualche flash - senza nemmeno infierire sulla «nuova» bellissima Barcellona lasciata in eredità dalle Olimpiadi - partendo dal porto: nella capitale catalana i traffici crescono a ritmi esponenziali, qui crescono (perchè crescono), quasi per forza d’inerzia; da loro lo sviluppo portuale è guidato, da noi è subito, quasi tollerato. Non bastasse, proprio in mezzo al porto, c’è la migliore risposta al «partito del no» a tutto, sempre e comunque, che ho avuto la fortuna di vedere in compagnia del management della Erg e dei Garrone-boys: un rigassificatore, dall’impatto ambientale praticamente nullo. Ora, andate a vedere cosa succede in Italia appena si pronuncia la terribile parola «rigassificatore»: praticamente la rivoluzione. Salvo poi aver costruito l’unico attualmente operante nel nostro Paese a Panigaglia, in mezzo a uno scenario naturale come quello del golfo spezzino, che forse non consigliava di metterci rigassificatori.
Oppure, la mobilità pubblica: il confronto sulla rete dei trasporti è comunque impietoso, ma l’operazione del noleggio gratuito a tempo delle biciclette, è qualcosa di fronte al quale non si può che rimanere a bocca aperta. Si paga un canone irrisorio per iscriversi al servizio e poi si possono prendere bici nuovissime e continuamente revisionate a noleggio in uno qualsiasi dei parcheggi per velocipedi e renderle in un altro parcheggio, vicino alla prorpia destinazione. I punti per il noleggio sono moltissimi e vi assicuro che è più facile farlo che spiegarlo.


Ci sarebbe da dire poi del verde pubblico e, in particolare, del bellissimo giardino pubblico al centro di Barcellona, dove è ospitata anche la palazzina del Parlamento catalano. Dai giochi per bambini all’ultima delle piante, tutto parla di una gestione ottima del verde pubblico. E qui, preferisco chiudere. Praticamente in lacrime.

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