Enrico Groppali
Di lui mi avevano detto peste e corna. Chi lo vedeva come la reincarnazione del principe di Sansevero, cui lo accomunerebbe la passione per lalchimia. Chi me laveva descritto come un Olandese Volante ancora in attesa di essere redento dall'amore. Chi, per concludere, gli trovava una perniciosa somiglianza con il Frankenstein che nel capolavoro di Mary Shelley non esita a trafugar cadaveri per risuscitare, da quegli organi immoti, limmortale scintilla della vita.
Ma come mai in tanti e in tutti i modi possibili si accanissero su Roberto De Simone, regista ma soprattutto musicologo, compositore ma soprattutto instancabile esploratore di rarità da manuale, resta un mistero. Che linteressato attribuisce alle sue innocue manie, prima delle quali linveterata abitudine di avvolgersi, durante l'estate, in plaid pesantissimi per difendersi dalle correnti daria e poi per la sua scelta abnorme di viaggiare in vetture ermeticamente chiuse come fa il Conte Dracula nel romanzo di Bram Stoker.
Sarà vero, non lo discuto, ma solo a sentirlo disquisire sui più svariati argomenti con quella voce sottile che ricorda lesile mormorio di un ruscello, non cè dubbio che limpressione che se ne ricava lasci a prima vista sbalorditi. Tanto da chiedersi chi sia e in che secolo viva luomo che sbaragliò pubblico e critica quando, nella sua messinscena della Figlia di Iorio, trasportò di peso attori e figuranti da un Abruzzo che sapeva dArcadia ai prati di unEtruria perduta. Un interrogativo tornato attuale oggi che il maestro, dopo uno dei suo ciclici periodi dinabissamento, torna alla ribalta con una pièce di Goldoni che rischia di divenire lappuntamento più clamoroso dellestate. Ovvero con uneccentrica Donna vendicativa di nome Corallina che, scoperta e condannata come donna di malaffare, solo a parole implora perdono lasciando trapelare, tra uninvettiva e un sospiro, la sua irrefrenabile voglia di continuare sulla strada del male.
Come mai ha scelto un testo simile, maestro?
«Non solo perché è un capolavoro, non solo perché è stato poco rappresentato e non solo perché Corallina è un carattere negativo».
Allora perché?
«Perché La donna vendicativa è lunica commedia in cui lautore si diverte a mettere in crisi decisioni e pensieri, stratagemmi e invenzioni dei suoi personaggi. Tutti coloro che sono coinvolti nel gioco di questa pièce più nera del carbone sono, come noi contemporanei, vittime della velocità, la vera maledizione di questi tempi bui».
Velocità... Non le pare di esagerare?
«Guardi come siamo costretti a vivere al giorno doggi e mi darà ragione. Tutti corriamo come se fossimo incalzati dalla ferula del diavolo. Al punto che qualsiasi strategia non regge alla prova dei fatti».
Non discuto, ma questo cosa centra con Goldoni?
«Il cogidor veneziano se ne accorse nel lontano 1753 quando, con la sua penna intinta nel vetriolo, creò questa Madame de Sade che si vuole arbitra feroce della piccola società che la circonda ma che, alla fine, affonda nel masochismo». Addirittura?
«Certamente. Corallina che sulla scena parla a raffica con la lingua sbrigliata e lindomabile volontà di Maddalena Crippa, finisce per non somigliare più alla serva procace decisa a impadronirsi di un vecchio impotente come Don Ottavio. Vinta dagli eventi, diventa una girandola scossa dal vento».
Una girandola, ma perché?
«Corallina, come Rosaura, come Florindo, come lo stesso Arlecchino era una maschera della Commedia dell'Arte. Ma, attenzione, il Carnevale è finito da un pezzo e adesso, senza saperlo, la serva dellavvocato Goldoni è una maschera sociale. Che, da sola, può fare ben poco».
In che epoca siamo?
«Negli anni Trenta, quando Pirandello scandalizzava i benpensanti. La musica delle Quattro stagioni sottolinea sarcastica un Settecento di maniera mentre i costumi, grigi e informali,dimostrano che ormai nessuno è più padrone di se stesso».
Chi è in definitiva Corallina?
«A me ricorda la Jenny dei Pirati dellOpera da tre soldi che crede di poter manovrare tutti a suo piacimento. Ma il suo, come quello di Jenny, è solo un sogno. Venezia non è la casa di Don Ottavio e la città-stato dei Dogi di Serenissima ha soltanto il nome».