Lo studio e linsegnamento della Resistenza hanno celebrato il primato comunista nella costruzione della democrazia italiana. Ciò al prezzo di una deformazione della realtà storica che è diventata «storia ufficiale». Il nome dei «veri» capi della Resistenza, cioè di Alfredo Pizzoni, presidente del Cln Alta Italia, e del generale Raffaele Cadorna, comandante del Corpo dei Volontari che raggruppava le brigate partigiane, sono sconosciuti agli studenti italiani e quando si celebrano le Fosse Ardeatine si commemora una sorta di «fossa comune» dato che non vi morirono esponenti del Pci e non si ricorda che tra le vittime cera il capo della Resistenza romana catturato e torturato dai tedeschi, il colonnello Giuseppe Cordero di Montezemolo.
Così come solo negli ultimi anni si sono ricordati i fatti di Porzus del febbraio 1945, dove i comunisti hanno sterminato i partigiani che non volevano essere agli ordini degli jugoslavi e accettare loccupazione titina dei territori italiani. La strage di Porzus è stata sepolta e tuttora tenuta ai margini perché non solo contraddice la pretesa di identificare automaticamente antifascismo con libertà e democrazia, ma soprattutto perché segna lemergere di quella che è stata la «resistenza parallela» del Pci.
Troppo spesso si passano sotto silenzio due «bienni neri» in cui i comunisti - sovietici e italiani - si chiamarono fuori dallo scontro tra fascismo e democrazia: il biennio 1924-26 quando, rompendo con gli altri partiti dopposizione, parteciparono ai lavori parlamentari con i fascisti; e quello 1939-41, in cui difesero lalleanza tra Stalin e Hitler. Nel 39 Stalin sostenne quella scelta affermando che era in corso uno scontro tra imperialisti ricchi (Francia e Gran Bretagna) e imperialisti poveri (Germania e Italia) e quindi i sovietici preferivano questi ultimi. Successivamente, dopo laggressione hitleriana allUrss, i comunisti rientrarono nellalleanza antifascista, ma sempre con una presa di distanza bellicosa rispetto agli altri stati e partiti. «La crisi del capitalismo - dichiara Stalin il 28 gennaio 45 - si è espressa nella divisione dei capitalisti in due fazioni: una fascista e una democratica. Si è creata unalleanza tra noi e la corrente democratica dei capitalisti. Noi adesso stiamo con una frazione contro laltra, ma nel futuro saremo anche contro questa frazione dei capitalisti».
È sulla base di questa strategia che Togliatti e i comandanti comunisti delle brigate partigiane parteciparono alla Resistenza avendo in mente da un lato il primato delloccupazione jugoslava e dallaltro un futuro di scontro con gli altri partiti del Cln. È così che animarono una Resistenza parallela, prima attraverso i Gap, le cui principali «imprese» - la bomba di via Rasella e lassassinio di Giovanni Gentile - non vennero approvate dal Cln, e poi attraverso i «triunvirati insurrezionali» creati dal Pci alla vigilia della Liberazione nelle varie Regioni del Nord dallEmilia al Piemonte per condurre un«epurazione» al di fuori del Cln.
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