Possiamo stare tranquilli: ora ai controlli penserà la «securitate de noantri»

Alcuni giorni fa il sindaco Veltroni ha siglato due protocolli d’intesa con le autorità romene (governo di Bucarest e amministrazioni locali di tre singole città) che prevedono, fra l’altro, il «noleggio» di un gruppo di agenti di polizia per affiancare i vigili urbani nell’«esodo volontario» di nomadi (rom-romeni) attualmente alloggiati presso i vari campi dell’hinterland cittadino. L’iniziativa, unica nel suo genere, ha suscitato numerose reazioni negative, fra le quali la ferma opposizione dell’Ospol che solleva gravi questioni di legittimità a sostegno delle ragioni della categoria.
«Questa ennesima trovata segue il fallimento del tentativo del Campidoglio di sostituire i vigili con il volontariato della Protezione Civile - si legge nel comunicato del sindacato autonomo -, moltiplicando all’inverosimile i già numerosi e variopinti corpi di vigilantes e di ausiliari, constatiamo che l’appalto di agenti stranieri per sfollare i campi nomadi rappresenta la più chiara e peggiore riprova del nefasto esito delle politiche della sicurezza intraprese dal sindaco e dall’amministrazione. Ma quel che maggiormente sorprende è l’assurdità dei motivi che si pretenderebbe di far credere alla gente, cioè la necessità di “persuadere” gli ospiti dei campi a tornare “spontaneamente” al loro Paese attraverso sermoncini sulle delizie e sui vantaggi del loro rientro in patria, impartiti da personale “etnicamente corretto”, ovvero concittadini, seppur poliziotti. Ora, se fosse vero, si sarebbe richiesto, semmai, l’intervento di assistenti sociali o, al limite, di operatori turistici e non di agenti in servizio. Invece, l’iniziativa non si spiega se non con l’intento di far svolgere a costoro compiti di polizia in senso stretto, sia sotto forma di attività investigativa, sia per mansioni di ordine pubblico. In base a quale legislazione, interna o internazionale, il sindaco è abilitato a conferire poteri e funzioni di polizia giudiziaria, di pubblica sicurezza e di ordine pubblico a soggetti stranieri chiamati ad operare sul territorio nazionale, posto che Roma non è una Repubblica autonoma? Inoltre, è legittimo, in base all’ordinamento ancora vigente, stipulare convenzioni ed accordi tra un Comune e uno Stato (o altri comuni) esteri alla stessa stregua dei patti di diritto internazionale? E cosa ne pensano i ministri dell’Interno, degli Esteri, i prefetti e i questori tutti, tanto solerti, invece, quando si tratta di proibire l’armamento e la dotazione di strumenti minimi di tutela alla Polizia Municipale? Quale sarà la prossima tappa? La “securitate” di quartiere?».


L’Ospol, dunque, darà mandato ai propri legali di valutare, sotto ogni profilo, gli atti che dovessero dar luogo a tale iniziativa denunciandone le eventuali illegalità o irregolarità e mobiliterà la categoria predisponendo uno sciopero bianco a tutela della dignità del Corpo della Polizia Municipale capitolina e dell’integrità dei suoi appartenenti.

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