Mario Sechi
da Roma
Marco Martinelli, lei è da qualche mese coordinatore di An. Prima questa funzione era sulle spalle di tre persone. Lei si fa in tre oppure prima cera unanomalia?
«Che mi faccio in tre si vede anche dalla mia stazza, basto e avanzo! Scherzi a parte, non è cambiato poi molto il tipo di lavoro che svolgo, anzi. Gli impegni indubbiamente sono più numerosi ma loccupazione è la stessa. Sono sempre stato, fin dal 1987, allinterno del dipartimento Organizzazione, lavorando in sintonia con Gianfranco Fini e con i coordinatori che nel tempo si sono succeduti. Ero abituato a condividere le scelte, oggi ne ho la responsabilità diretta».
Perché Fini ha scelto lei per coordinare il partito e non, per esempio, un capo corrente?
«Dovreste chiederlo a lui. Probabilmente la sola ragione è che faccio questo da molto tempo e conosco il partito sul territorio come le mie tasche. Sono stato responsabile nazionale dellufficio Tesseramento dalla fine degli anni Ottanta, dallaprile del 2001 a luglio 2002 coordinatore regionale del Lazio e dal 2002 vice coordinatore dellorganizzazione di An; sono membro della direzione nazionale, dellassemblea nazionale e dellesecutivo politico e in tutti questi anni ho sempre svolto il mio lavoro senza seguire logiche correntizie. Le tre anime del partito hanno contribuito a far crescere Alleanza nazionale creando dibattito e confronto. Oggi il loro compito è esaurito».
La sua è una gestione collegiale?
«Vado molto daccordo con me stesso!».
Qual è il suo rapporto con La Russa, Matteoli e Alemanno, gli ex coordinatori?
«Cè grande stima e amicizia con tutti e tre. Li sento quotidianamente, lavoriamo in sintonia per il bene del partito».
I coordinatori regionali soddisfano gli obiettivi?
«Il ruolo dei coordinatori regionali è di fondamentale importanza, sono gli ambasciatori del presidente sul territorio. Sono stati tutti nominati da Fini, hanno la sua piena fiducia e di conseguenza la mia».
Quali saranno gli altri cambiamenti nellorganigramma del partito?
«Stiamo lavorando allinterno per rendere il partito più attivo ed efficace, a tal fine potrebbero rendersi necessari ulteriori cambiamenti, non in nome di interessi di corrente, ma per il bene di An».
Cosa è An oggi sul territorio?
«Alleanza nazionale è un partito dalla struttura capillare, con riferimenti anche nei più piccoli comuni. Abbiamo un coordinamento per ogni regione e per ogni provincia e anche in alcuni territori accomunati da particolari esigenze (Val di Fievole, Viareggio, Sanremo, Sora-Cassino, eccetera). Abbiamo sedi in tutte le località che fino a poco tempo fa non erano ancora province (Olbia, Fermo, Monza eccetera) e questo perché abbiamo compreso da tempo lesigenza di autonomia del territorio, per questo listituzione di nuove province non ci ha trovati impreparati. Contiamo inoltre in tutta Italia sulla presenza di oltre 12mila e 800 circoli».
Quanti sono gli iscritti e comè andata lultima campagna di tesseramento?
«Nel 2004 gli iscritti erano 593.951, i dati di questanno non sono ancora definitivi poiché la campagna di adesioni si chiuderà il 31 dicembre. Con lonorevole Menia, responsabile del dipartimento Propaganda, stiamo mettendo a punto la nuova campagna tesseramenti del 2006, sicuri di riscuotere ampi successi».
Quali segnali arrivano dalle sedi decentrate? Cosa chiedono i vostri elettori?
«Più destra nel governo».
Mi descriva il suo lavoro in una giornata tipo.
«Al partito considerano il mio ufficio un ambulatorio medico. Fisso appuntamenti ogni quarto dora creando inevitabili file che solo con un intervento del ministro della Salute Storace, lelimina code, si potrebbero snellire».
Quali sono i documenti di partito più importanti che avete prodotto di recente?
«Al di là dei singoli documenti prodotti dalla quotidiana attività dei dipartimenti, al momento ci stiamo tutti concentrando sulla legge Finanziaria, affinché le istanze della destra trovino il giusto spazio nellazione di governo. Stiamo lavorando inoltre allorganizzazione dellassemblea programmatica di gennaio dove lanceremo i temi della campagna elettorale 2006».
È possibile secondo lei in futuro arrivare a istituire la figura del segretario di partito?
«La figura di un segretario non è prevista dal nostro statuto, che peraltro può essere modificato solo dal congresso. In ogni caso, segretario, presidente, o qualunque appellativo gli si voglia dare, per quanto mi riguarda si chiama Gianfranco Fini».
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