Roma

Postazione del 118 chiusa per la scabbia al Casilino

In convenzione con la Croce rossa ha riaperto solo ieri. Era stata già ferma per avaria dei mezzi

Postazione del 118 chiusa per la scabbia al Casilino

Alessia Marani

Chiusa per scabbia la postazione 118 convenzionata con la Croce Rossa al Casilino. Dalle 18 di martedì pomeriggio a ieri mattina la sede del servizio d’emergenza regionale è rimasto off-limits: l’ambulanza da via Pietro Belon, a Torre Maura, proprio alle spalle dell’ospedale «Villa Irma», trasferita in fretta e furia in via Pacinotti, nei pressi di piazzale della Radio, dall’altra parte della città. Dopo i topi a Spinaceto, quelli alla postazione San Camillo, ora la terribile infestazione della pelle ad altissimo contagio diffusa nell’ennesimo ambiente sanitario. Sono cinque le postazioni in convenzione con il 118, il servizio d’emergenza gestito dalla Regione, in tutta Roma. Ambulanze pronte a partire dal Casilino, appunto, dal Tiburtino, dalla Cassia, dal Prenestino e dal Nomentano, con mezzi e personali forniti dal comitato locale dell’Associazione umanitaria. Ma non è la prima volta dall’inizio dell’anno che il «Casilino» registra uno stop. Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio la postazione, infatti, resta senza ambulanza, causa «avaria». E, come spiegano in una nota (titolo «Interruzione di pubblico servizio - inadempienza convenzione 118») i sindacalisti dell’Ugl, «non è stato possibile utilizzare un’idonea sostituzione in quanto i mezzi disponibili sono stati dichiarati “non idonei” dagli equipaggi». Ecco, allora, un’altra nota dolente. Ad agosto alla Cri di Roma arrivano dieci nuove ambulanze. Pare che fossero destinate al 118 siciliano, ma che qui non andassero bene. Di fatto vengono accompagnate da una lettera della Sise, la Società interinale Sicilia Emergenza che gestisce il 118 nella regione. Questa volta sono prese a nolo, dunque, e non acquistate. Così in caso di incidente, di manutenzione ordinaria o straordinaria, non bisogna toccarle. Deve intervenire la società fornitrice. Vale a dire braccia incrociate per i venti operai già stipendiati dalla Croce Rossa (le ultime sei assunzioni sono recentissime) e che nulla, invece, possono fare. Ma a che prezzo? Del contratto di nolo, gelosamente custodito al Comitato Centrale, non c’è traccia. Aggiunge la nota Ugl in relazione all’accaduto del Casilino: «Ciò in quanto non è intervenuta la ditta di leasing che da tempo pare al corrente che i mezzi sono in avaria. A oggi (era il 10 gennaio, ndr) vi sono 5 equipaggi in servizio e solo 3 ambulanze». Il sindacato accanto al nome della ditta di nolo, scrive «non rintracciata». E aggiunge lamentando l’inaffidabilità del servizio: «Non è possibile che le ripercussioni, che configurano il reato di interruzione di pubblico servizio, dipendano da procedure non chiare e non immediate. Nel passato l’autoparco romano ha sempre, se pur con filo di ferro e chiodi, e come di dice a Roma “con le pezze”, risposto alle richieste di soccorso, oggi nel mondo del management non siamo in grado di dare risposte decenti». Nell’estate del 2003 il Giornale denunciò lo spreco delle assicurazioni pagate per mezzi in rottamazione, più tardi quello degli scooter della solidarietà lasciati marcire nelle rimesse. Oggi un anomalo scialo: un centinaio di medaglie al merito ed encomi solenni lasciati «in eredità» dall’ex presidente Maurizio Scelli prima di abbandonare la poltrona. Un gesto magnanimo.

A detta di alcuni, fin troppo.

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