Maria Vittoria Cascino
«Colpa del Comune se l'ufficio postale di Bargone chiude». Giorgio Bornacin, nell'attesa di fare il senatore, interviene come vice presidente della commissione parlamentare Poste, prende a puntello il protocollo d'intesa stipulato fra Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani e Poste per il mantenimento dei piccoli uffici e spiega come la faccenda di Bargone non sta in piedi. «Poste, società per azioni, deve fare utile. L'ufficio di Bargone è più che sotto redditizio. Quindi va chiuso. Ma grazie all'accordo con Anci, i comuni possono intervenire per garantire il servizio mettendo a disposizione locali o un piccolo contributo che Poste eventualmente integra. L'accordo è già stato sperimentato a Rossiglione». Ergo «se Casarza Ligure volesse, potrebbe fornire la sede. La direzione Poste è disponibile a trattare con il Comune». È il Pacchetto piccoli comuni che aggira l'utile per tutelare le fasce deboli.
Peccato che il sindaco Fabrizio Gallo dichiari di non saperne nulla, ma precisa: «Abbiamo comunque offerto ben due locali a Poste. Che non ci hanno risposto, se non con la lettera di annunciata chiusura dell'altro ieri. Se ci fossero spiragli di dialogo, siamo a disposizione».
Pausa di riflessione. Ripensi alle trecento anime di Bargone, al protocollo ignorato e ai cinque chilometri che dovranno farsi per ritirare la pensione o spedire la raccomandata. Visto che Poste ieri ha già smantellato l'ufficio.
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