da Milano
La Commissione europea adotterà questa settimana una proposta per completare la liberalizzazione dei servizi postali in Europa entro il 2009. A spiegare la proposta dellEsecutivo Ue sarà lo stesso Commissario europeo al Mercato interno, Charlie McCreevy, nel corso di una conferenza stampa prevista per domani. Nel frattempo, la Commissione Ue ha ricordato che, secondo la direttiva del 2002, la Commissione deve presentare entro la fine dellanno al Parlamento europeo e ai Venticinque una proposta che confermi - o modifichi - la data del 2009 per il completamento del mercato interno dei servizi postali. Sembra comunque scontato che questa data verrà confermata.
Come è noto, i servizi postali sono stati già parzialmente liberalizzati dalla direttiva del 2002, che non riguarda però i plichi di peso inferiore ai 50 grammi (il nocciolo duro del servizio postale), esclusi per finanziare il cosiddetto servizio universale. Proprio questo sembra uno dei nodi che la Commissione dovrà sciogliere in vista di un ulteriore passo avanti del processo di liberalizzazione. Nella sua proposta, McCreevy dovrebbe infatti spiegare soprattutto come dovrà essere organizzato e finanziato il servizio postale universale, che, secondo i principi fissati dalla Unione Europea, garantisce a tutti i cittadini Ue (anche a chi abita in aree dove ciò non sarebbe economicamente sostenibile) laccesso ai servizi postali per almeno cinque giorni alla settimana a prezzi accessibili.
La proposta, attesa da tempo, ha già diviso gli operatori dellUnione. Non più tardi della settimana scorsa, infatti, dieci operatori - tra cui Poste italiane - si sono dichiarati «preoccupati», in particolare sulla presunta mancanza di misure «efficaci» relative al finanziamento del servizio postale universale.
Oltre alle Poste italiane a protestare sono stati gli operatori postali di Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Malta, Polonia e Spagna, che insieme servono oltre il 50% della popolazione dellUnione Europea.
Misure, hanno sottolineato, che «non sono state soggette ad alcun test operativo o economico e non forniscono la necessaria sicurezza legale».
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