«Potremmo rapire Ahmadinejad per processarlo come Eichmann»

Nel 1960 andò in Argentina per acciuffare Adolf Eichmann, portarlo in Israele e farlo condannare a morte. Oggi sarebbe pronto ad ordinare la cattura del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per consegnarlo al tribunale dell’Aia e chiederne l’incriminazione per reati contro l’umanità. A 81 anni suonati Rafi Eitan, l’ex agente e capo del Mossad nominato da Ehud Olmert ministro delle Pensioni, non rinuncia alle vecchie abitudini. A tirargli fuori gli arditi propositi ci pensano i giornalisti del settimanale tedesco Der Spiegel arrivati in Israele per rinverdire i racconti delle antiche imprese argentine.
Una settimana fa l’anziano ministro aveva contribuito a riaccendere l’interesse sul rapimento di Eichmann raccontando la difficile decisione presa dalla sua squadra quando si ritrovò costretta a rinunciare alla cattura di Josef Mengele, il criminale nazista conosciuto come «l’angelo della morte» di Auschwitz, per non compromettere il rapimento e il trasferimento in Israele del cosiddetto «architetto dell’Olocausto». L’arzillo Eitan parlando con i giornalisti tedeschi non si limita a svelare i retroscena della spedizione di 48 anni fa, ma arriva a teorizzare la necessità di continuare a pianificare e mettere a segno iniziative clandestine di quel tipo. «Anche se quell’era è finita - spiega - quelle operazioni non possono essere considerate soltanto come ricordi del passato». Così quando gli viene chiesto un esempio concreto non ha esitazioni nel pronunciare il nome del presidente iraniano. «Sarebbe ottimo - spiega il ministro - se dei capi di Stato come il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si ritrovassero all’improvviso davanti alla Corte internazionale dell’Aia». Quando gli viene chiesto di confermare quelle parole Rafi Eitan non si tira indietro. Sorvolando sul fatto che non esistono a tutt’oggi né un formale atto d’accusa contro Ahmadinejad, né un mandato di cattura internazionale firmato dal Tribunale dell’Aia, il ministro israeliano si dice assolutamente convinto della bontà dei propri propositi. «Chi semina veleno e sogna di sradicare altri popoli - sottolinea Rafi Eitan - deve vivere con la paura di poter subire certe conseguenze».
Mentre il ministro israeliano sogna di rapire Ahmadinejad, in Russia i dirigenti di Atomstrojexport, la società di stato che ha costruito la centrale nucleare iraniana di Bushehr, pianificano la fase finale dei lavori e annunciano l’accensione del reattore nucleare entro la fine dell’anno.

L’avvio del reattore renderà «irreversibile», a detta di Leonid Reznikov presidente di Atomstrojexport, la messa in funzione della centrale di Bushehr segnando di fatto l’inizio dell’era nucleare iraniana. Secondo la società russa l’avvio del reattore sarà deciso questo mese, in un incontro tra funzionari nucleari russi e iraniani, ma Teheran ha già annunciato di non voler attendere oltre l’autunno.

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