Povera Famiglia Cristiana Ecco le (deliranti) mail del suo Giusto condirettore

Caro direttore,
le mando il mio carteggio con il condirettore di «Famiglia Cristiana» don Giusto Truglia. Così vi rendete conto...
- e mail

In effetti, il carteggio è piuttosto interessante. Il lettore muove un appunto a «Famiglia Cristiana» e don Giusto Truglia risponde con una lettera, probabilmente standardizzata, e di conseguenza del tutto insoddisfacente. Il nostro Belisari, che è tenace come lo sono i lettori del «Giornale», non si accontenta, lamenta la mancanza di risposte alle sue domande e ribadisce la sua critica principale: «Vi comportate come una “Repubblica” qualsiasi...».
A questo punto don Giusto prende carta e penna, ma perde la pazienza. La sua risposta inizia con un insulto («lei non legge e non si documenta»), prosegue con una serie di luoghi comuni su inchieste giudiziarie in corso con «testimonianze abbastanza precise» (abbastanza?), si avventura in terreni pericolosi discettando di prezzi delle escort e chiude rivendicando orgogliosamente la cravatta per i preti («Ci sono anche dei vescovi che la usano...»). Il nostro lettore risponde per le rime: «Partecipo ad alcuni blog della sinistra (“Espresso”) e trovo gli stessi argomenti e lo stesso clima da lei usato. Quindi Famiglia Cristiana è in perfetta sintonia col popolo dei girotondini. Come siete finiti in basso». E poi chiosa ironico: «Il fatto che un prete vada in giacca a cravatta per me è molto strano: vi vergognate forse di essere preti?».
Lo scambio epistolare continua. Poche ore dopo, infatti, don Giusto Truglia risponde con un messaggio di poche righe: «La sua è una strana e strampalata morale. Buona fortuna, e si risparmi di continuare a rispondere». La mail è stata inviata alle dieci di sera e probabilmente il sacerdote era un po’ stanco (non si spiega altrimenti la mancanza di educazione). Ma il nostro lettore non si arrende e torna alla carica: «A proposito di strana e strampalata morale, non ho avuto notizie di vostre crociate moralistiche sulle escort del clan D’Alema. Dov’eravate? In giro con giacca e cravatta e macchine sportive? Ma che morale è la vostra, se vi preoccupate solo di Berlusconi? Come vi ho già detto: siete peggio dei girotondini. La Chiesa grazie a personaggi come voi è sempre meno credibile». Don Giusto risponde meno di due ore dopo, ma ormai evidentemente fuori di sé. Solo due righe: «Oltre che una morale strampalata è anche figlia di scopiazzature e stupidaggini, raccattata da suggeritori sciocchi servi del padrone». Il nostro lettore legittimamente si offende. E don Giusto rincara la dose delirando di «rimasticature», «giornali del padrone», e ancora di «servi sciocchi». Poi taglia corto accusando il nostro lettore di non essere capace di ragionare e invitandolo a non scrivere più: «Non le risponderò».
Non male per un sacerdote, no? Carità, pazienza, temperanza, comprensione, moderazione... Che cosa abbiamo dimenticato? Per quel che ci riguarda rendiamo pubblico questo scambio di mail per dire a qual punto di bassezza arrivano certi giornali (e purtroppo certi preti). Si può dissentire dal lavoro di colleghi (e ci mancherebbe: lo facciamo ogni giorno), ma bisognerebbe farlo in modo aperto e civile. Non insultandoli in mail private. Questo è un gesto volgare che serve, da solo, a qualificare chi lo fa.

Perciò, mentre ci riserviamo di agire contro il condirettore di Famiglia Cristiana in tutte le sedi opportune (tribunali, Ordine, etc), ci attendiamo da lui, come minimo, le scuse. E nel frattempo ci concederemo il lusso di chiamarlo con il suo vero nome, che, considerati i suoi toni in evidente contrasto con il ruolo sacerdotale, non può essere altro che don Sbagliato.

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