Povera Genova, ancora intrappolata nel ricordo del G8

Povera Genova, ancora intrappolata nel ricordo del G8

(...) Luglio 2011: dieci anni dopo, ci sono state sentenze che, giustamente, puniscono gli esponenti delle Forze dell’Ordine che, hanno disonorato la divisa alla Diaz e a Bolzaneto. Ma anche sentenze, molto più nascoste, molto meno enfatizzate, molto più taciute, in cui molti manifestanti sono stati condannati per «devastazione e saccheggio». Devastazione e saccheggio. Eppure, nessuno ne parla. Eppure, è come se queste altre sentenze fossero state completamente rimosse. Devastazione e saccheggio.
Luglio 2011: per la Genova ufficiale, persino per la Genova delle istituzioni, i colpevoli, i cattivi, sono solo gli agenti. Sul resto silenzio. Per molti, addirittura, Carlo Giuliani è una vittima, un martire, un modello, un santo, un eroe. «Un ragazzo, solo un ragazzo, un figlio di Genova» come ha spiegato Marta Vincenzi, addirittura inaugurando un giardino intitolato ai Giusti. Non «un ragazzo che tentava di ammazzare altri ragazzi a colpi di estintore». No, «solo un ragazzo».
Agosto 2011: manifestanti violenti devastano interi quartieri di Londra ed altre città inglesi, saccheggiano negozi, fanno tam tam su Twitter, su Facebook, usando i Blackberry come armi improprie, finchè l’intervento della polizia stronca i rivoltosi.
Il governo inglese parla di linea dura e annuncia la possibilità di usare i cannoni ad acqua e i proiettili di gomma contro i razziatori e i violenti. Il premier David Cameron spiega che «la polizia è autorizzata ad utilizzare ogni risorsa necessaria», aggiunge che «i criminali saranno identificati fotografia dopo fotografia» e, soprattutto, dice: «Chiunque sarà incriminato per disordini violenti finirà in prigione e non ci preoccuperemo di diritti umani fasulli».
Splendida espressione «Diritti umani fasulli» per una società, come quella genovese, dove, troppo spesso, i ruoli di vittime e carnefici sono confusi. E, in qualche modo tutto questo si lega anche alla nostra scelta di campo di sostenere con forza l’iniziativa del Pdl e l’idea di andare a trovare a Ferragosto gli anziani nelle case di riposo e non i carcerati in galera. Non perchè rigettiamo il precetto evangelico di «visitare i carcerati», ma perchè ci sono priorità, ci sono colpevoli e, come hanno scritto bene e in modo toccante i nostri amici e lettori Antonio Bovetti e Enea Petretto, ci sono vittime dei colpevoli.
Ecco, una buona politica fa sì che i colpevoli non siano puniti con metodi che ripugnano alle leggi dell’umanità e che siano sempre rispettati i diritti e le garanzie della difesa. Ma, soprattutto, una buona politica, fra le vittime e i colpevoli, si schiera dalla parte delle vittime. Sempre, senza se e senza ma.
Invece, alle nostre latitudini, Mark Covell, vergognosamente picchiato alla Diaz, viene insignito della cittadinanza onoraria di Genova, senza che si capisca il perchè.

E il miglior produttore cinematografico italiano, Domenico Procacci, firma addirittura due film sul tema: Black bloc, presentato in questi giorni a Venezia, e Diaz, che si sta girando in città, con tutti i crismi e le benedizioni ufficiali. Come se quei giorni fossero da rimpiangere.
Genova luglio 2011 e Londra agosto 2011. Dov’è l’errore?

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