dal nostro inviato a Helsinki
Suvvia Gibilisco, torna a far sognare lItalia dei brutti addormentati. Ieri il presidente Arese ha cercato di scuotere tutti dal torpore. «Sveglia, datevi da fare. Impegnatevi! Qualcuno non ha dato tutto». E allora lAzzurra tenebra si aggrappa al suo trapezista delle meraviglie, luomo che non ti delude mai nei momenti che contano. Lanno scorso ad Atene ne cavò un miracolo (bronzo), lanno prima a Parigi la sorpresa delle sorprese: loro che oggi lo farà presentare in pedana come campione uscente del salto con lasta.
Ma non basta vivere di ricordi e Gibilisco tornerà sulla pista mondiale con una montagna di problemi in più rispetto a quella notte da favola. In due anni ha scoperto il bello e il brutto della celebrità. Ha trovato sponsor, fama e guadagni, sè trovato invischiato in storie di doping, uscendone pulito, non riesce a uscire dalla ragnatela che lo ha imprigionato negli ultimi mesi: la chiama difficoltà di concentrazione. Si allena, si batte e si sbatte, ma poi in gara cè sempre qualcosa che gli impedisce il salto che vale. Ed ora Vitaly Petrov, il suo allenatore, ha trovato lidea: ci vuole lo psicologo. Idea adottata anche con Bubka. «Serve uno che ti aiuti a capire e capirti. Ma che sappia di sport. Bubka si affidò allo psicologo di Kasparov, il re degli scacchi. Bastarono due anni di cura». Ma in questi giorni Gibilisco dovrà far da solo. Ieri non si è presentato ai giornalisti, mandando avanti Petrov. Il tecnico ha garantito che lallievo non se la passa male («siamo venuti qui per fare cose importanti»). Inutile guardare alle nuvole in cielo. «Se piove meglio». Ieri il cielo di Helsinki ha rovesciato solo acqua, il clima peggiore per i saltatori. Nel 1983 piovve il giorno delle qualificazioni, un disastro e unincertezza trascinata per lintera giornata tanto da convincere la giuria ad ammettere tutti alla finale di due giorni dopo. Ha ricordato Petrov: «Bubka perse sei chili in tre giorni».
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