Marta Cecchetto: chi è costei? È la bella signorina - indossatrice, fotomodella - che ruba la scena a Naomi Campbell (per uno spot della Regione Toscana), di cui non cè bisogno di spiegare chi sia. La Venera Nera se lè presa con Marta e con coloro che la stanno sostenendo, mettendo in scena le sue ire proverbiali, ma senza troppo successo. Liti tra bellissime: una in ascesa, laltra sulla via del tramonto. E proprio lansia, ma anche il dolore, per gli anni che inesorabilmente trascorrono è comprensibilmente il movente delle tensioni che hanno infiammato le due bellissime.
Ma è solo la paura dello specchio che, crudele, mostra il declino, o cè qualcosa daltro che ha messo Naomi e Marta luna di fronte allaltra come cane e gatto? Cè qualcosaltro di molto meno contingente, quasi un archetipo, una costante antica come il mondo.
In questi giorni cè stato negli Stati Uniti un concorso di bellezza per decidere quale donna bella dovesse entrare in un reality con rappresentante della categoria che esalta la qualità estetica. Da quanto sappiamo, è successo un finimondo tra le partecipanti: lotte da orbi tra il gentil sesso dopo la lettura di un verdetto ritenuto sbagliato e truccato.
Perché leggiamo queste notizie con curiosità e stupore? Nessun mezzo dinformazione ci verrebbe a raccontare che dei camionisti o degli scaricatori di porto si sono presi a pugni e a parolacce: la notizia non interesserebbe nessuno, perché è plausibile che chi fa quel lavoro (con tutto il rispetto per le categorie dei camionisti e degli scaricatori) abbia la parolaccia e il cazzotto sempre pronti nella ventiquattrore. Ma donne belle o bellissime? Come è possibile che facciano concorrenza ai lavoratori portuali e della strada, anche se è umanamente comprensibile la delusione per la sconfitta in un concorso o lamarezza per il tempo che passa?
Abbiamo unidea alta e di grande rispetto per la bellezza e ci aspetteremmo un comportamento consono a quellidea tanto nobile e importante: questo è il motivo per cui fa notizia il conflitto tra bellezze. Ma ragionando così non teniamo in considerazione che lamore e il rispetto - talvolta perfino la soggezione - per la bellezza nasce dalleducazione che ci proviene ammirando le opere darte. (Naturalmente mi riferisco a chi possiede quel minimo di civiltà che non lo porta a fare il graffitaro). Tuttavia, una cosa è la bellezza delle arti, altra cosa è la bellezza del corpo. Un corpo bello, affascinante, seducente, non appartiene necessariamente a una donna educata e raffinata nellanima. Ma noi continuiamo a illuderci, e come Petrarca crediamo che «le belle membra» di Laura appartengano necessariamente a sublimi e non a volgari e violente donne. Anzi, quanto più una donna è bella, tanto più ci stupisce se è zoccola.
Chi fa del proprio corpo un mestiere - non perché lo vende, ma perché su di esso punta per il successo in rispettabilissimi mestieri, come lattrice o lindossatrice - difende innanzitutto la bellezza del corpo se la ritiene minacciata dalla concorrenza o dallinvecchiamento: non pensa alla bellezza ideale della Venere di Milo, ma a cose molto concrete. Se poi leducazione è lacunosa, la volgarità dilaga incontrastata, senza per questo togliere nulla alla bellezza del corpo. Finalmente si rovescerà il famoso, ipocrita, consolatorio detto e si potrà affermare: «Bella fuori, brutta dentro». Giudizio che, ovviamente, non turba né la Campbell né le concorrenti al concorso per partecipare al reality americano.
Del resto, come dicevo, la storia è antica, e una volta era andata molto peggio: le liti, le botte, le parolacce da portuali delle belle donne doggi sono niente rispetto a quello che era capitato un tempo antico. Si ricorderà di un lontano concorso di bellezza, allorigine della nostra civiltà.
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