Poverini i calciatori A fine stagione «sono molto stanchi»

Caro direttore
io di calcio me ne intendo veramente poco, ma sono abbastanza obiettivo da vedere che mondo esagerato sia ormai diventato, in ogni senso. Mi pare che per Gigi Buffon, definito il miglior portiere del mondo, prendere 3 gol secchi non sia una gran referenza. I giocatori italiani, fra quelli che c’erano in campo e quelli in panchina, a che totale di milioni di euro, o di miliardi di più oneste lirette, ammontavano ieri sera? Se con tale valore rappresentassero la capitalizzazione di una azienda, fra la partita persa con l’Egitto e il disastro rimediato con il Brasile il loro valore in Borsa si sarebbe azzerato. A quanto ammonta l’ingaggio annuale del signor Lippi? Mi chiedo, per rimediare la figura fatta con questa partecipazione alla Confederation Cup, un qualsiasi allenatore da squadra dell’oratorio non sarebbe stato sufficiente, o addirittura migliore? E l’ingaggio di Lippi sarebbe potuto servire a qualche cosa di molto più utile se donato, per esempio, ai terremotati dell’Abruzzo... Ma uno che invece se ne intende ha obiettato che, dopo una faticosa stagione di campionato, non si poteva pretendere di più...

C’è un po’ di demagogia e parecchia verità nella sua lettera, caro Zannoni. Cominciamo col dire che un portiere può essere il più bravo del mondo e subire tre gol perché i difensori sono delle schiappe. E magari aggiungiamoci anche che Lippi, comunque, resta l’allenatore che ci ha fatto vincere il Mondiale a Berlino e che dunque merita rispetto. E infine mi lasci dire che il principio «quei soldi più utili ai terremotati» è un po’ semplicistico: seguendone l’applicazione rigorosa anche l’acquisto di cappuccino e brioche al mattino sarebbe sconveniente (non è meglio aiutare la ricostruzione dell’Abruzzo piuttosto che la ricostruzione dell’adipe?).
Per il resto, però, lei ha molte ragioni. A cominciare dal fatto che quando sento un calciatore che dice di essere stanco perché è a «fine stagione» mi viene l’orticaria ridens. Ma dài: stanco? Un calciatore? A fine stagione? E allora un operaio che lavora alla pressa tutti i giorni che il Signore manda sulla Terra che deve dire? E un artigiano che tira su la serranda alle 6 del mattino anche quando nevica (e d’estate, se va bene, sogna quindici giorni a Lignano Sabbiadoro, mica alle Maldive)? Bisognerebbe fare un po’ più di attenzione con le parole, soprattutto in tempi come questi. Lippi (per rispondere alla sua domanda) ci risulta che guadagni circa un milione di euro l’anno, e magari dimostrerà ancora di valerli. Ma ieri, come avrà visto, abbiamo pubblicato i redditi di alcuni calciatori relativi all’anno 2003 (gli ultimi disponibili). Mica redditi di campionissimi, mica Kakà o Lionel Messi, macché: onesti operai della pelota come Zebina o Montella. Ebbene: hanno guadagnato oltre 7 milioni di euro. Uno come Pippo Pancaro ne ha dichiarati quasi 5 (4 milioni e 800mila). Pippo Pancaro, capite? Sono cifre difficili da accettare, così come sono difficili da accettare i 93 milioni di euro spesi pochi giorni fa per Cristiano Ronaldo. Per carità, nessun moralismo: se un giocatore porta alla sua società profitti, è giusto che guadagni molto. Ma così non è. E infatti non a caso tutte le grandi società di calcio sono in passivo, molte sono piene di debiti.

E allora perché queste cifre folli? Come si spiegano? Come si giustificano? Capisco la sua amarezza, caro lettore, per la figuraccia rimediata in Sud Africa dai nostri azzurri con le maglie sbiadite e il cuore peggio ancora. Ma ho l’impressione che, se il nostro calcio non cambia in fretta, quello della nazionale, sia il minore dei fallimenti che dovrà affrontare prossimamente.

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