Cultura e Spettacoli

POVERO REX, COMMISSARIO SENZA MERITO

Guai a confondere il simpatico lupo Rex con un qualunque cane poliziotto. Si potrebbe perfino offendere. E a ragione. Infatti gli autori del telefilm con targa austriaca che va in onda da svariati anni sulle reti Rai l’hanno creato, con supremo sprezzo del ridicolo, commissario. Senza neppure sottoporlo alle fastidiose trafile gerarchiche riservate agli umani. Per il gaudio di Licia Colò e degli altri rabbiosi animalisti televisivi. Peccato che l’altisonante carica non sia in sintonia con i compiti svolti. Già, perché Rex non fa un bel niente. È vero, abbaia, corre, fiuta, esattamente come i suoi simili cinematografici da Lassie e Rin Tin Tin in giù. A volte ritira la posta nella cassetta delle lettere per il detective Moser o porta il cellulare al suo successore, Brandther.
Ecco, se è proprio in giornata di grazia ulula a lungo per far capire che sotto quel cumulo di neve c’è un cadavere o, con un sesto senso da far invidia a Maigret, digrigna i denti davanti a un tipo sospetto. Oltre non va. Insomma in decine e decine di episodi, da solo non ha mai risolto un caso che sia uno. Il colmo non essere degradato, mica licenziato, per carità, in una tv pronta a segare all’istante chi non raggiunge il rendimento voluto. Ma Rex non è soggetto alle dure regole dell’Auditel, tantopiù che i suoi telefilm, apripista al Tg1 delle venti, hanno ancora buoni ascolti, nonostante siano trasmessi per la millesima volta. Come si è potuto constatare giovedì 21 luglio e l’indomani, venerdì 22, durante il traumatico passaggio di consegne dal ruvido Tobias Moretti all’apollineo Gedeon Burkhard.
Certo, con quell’ingombrante titolo che si ritrova sulla testa, l’incolpevole lupo è costretto a impegni superiori alle sue forze. Come quando l’amico bipede della Omicidi gli mette in bocca il cellulare e gli mormora: «Avvicinati più che puoi a quei due che parlano». Il fedele quadrupede esegue senza fiatare, facendo esclamare ai bestiofili più accaniti: «Hai visto come è intelligente?». Mentre il pubblico neutrale sobbalza sulla poltrona: «Ma chi ha scritto queste idiozie?».
Che rimpianto per il bassethound del tenente Colombo, schivo e silenzioso, che nelle indagini non mette mai il muso. A proposito, Colombo e Il commissario Rex hanno l’identico schema, a prescindere dall’abisso di qualità (a favore del primo): ovvero lo spettatore è testimone oculare del delitto iniziale. Ma gli assassini made in Usa sono più raffinati dei rozzi killer viennesi.

Tanto che nessuno si meraviglia se (teoricamente) sono smascherati da un cane.

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