Ci sono anche gli italiani, e Filippo Pozzato cè. Una vittoria bella, piena e pure annunciata dal 25 enne talento della Liquigas, che mercoledì sul traguardo di Compiegne aveva dato a tutti lappuntamento ad Autun. «Quella sarà la prima vera tappa di questo Tour ha detto -, non ci sarà un metro di pianura, non sarà una tappa di montagna ma nemmeno da prendere sotto gamba e io penso di poter inseguire la vittoria». Pensava giusto Pippo, al secondo successo sulle strade del Tour dopo quello del 2004 a St. Brieuc.
Una volata di potenza, per un ordine darrivo regale. I battuti: Oscar Freire, tre volte campione del mondo e laltro italiano Daniele Bennati. Settimo Cristian Moreni, a completare una giornata tricolore, in un Tour che presenta solo 18 corridori italiani con poche ambizioni di classifica, anche se grazie agli abbuoni Pozzato adesso è terzo in classifica, a soli 35 dalla maglia gialla Fabian Cancellara. «Era la prima tappa adatta me, volevo fare bene e ci sono riuscito ha detto il vicentino . È stata una vittoria bellissima, che ha ripagato me e la squadra. L'abbiamo cercata e meritata». Pozzato fa un gran bel salto in avanti, ma cè chi è costretto a farne uno indietro. È il kazako dellAstana Alexandre Vinokourov, caduto a 24 km dallarrivo, ha accusato alla fine 120 di ritardo ed è ora a 210 da Cancellara in generale. In serata l'Astana ha reso noto che Vinokourov lamenta profonde ferite al ginocchio destro, mentre Kloden (2° nella generale) - caduto prima di Vino - se la passa anche peggio: per lui sospetta frattura del coccige.
Da Autun buone notizie per Pozzato, da Pescara scampoli di luce per Danilo Di Luca, che non sarà chiamato a rispondere di alcun reato penale nell'ambito dell'inchiesta «Oil for drug». La posizione del vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, infatti, è stata archiviata dal gip di Pescara. Il problema è che la stessa posizione dovrà essere chiarita anche in sede di giustizia sportiva, dove le logiche sono un po diverse e dove bastano pochi indizi per mettere spalle al muro un tesserato. In sede penale le intercettazioni non costituiscono prova, perché per quel tipo di reato non sono consentite; per la giustizia sportiva sì e Danilo Di Luca dovrà essere convincente per allontanare ogni addebito. Domani alle 10 è atteso a Roma dal capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Su Di Luca il sospetto di alcune intercettazioni poco chiare e il peso di una frequentazione con il famigerato dottor Carlo Santuccione, del quale Di Luca è però amico di famiglia da sempre: fin da quando è bambino.
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