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Pozzo parla del Vangelo: «Non proteggono i deboli»

Il patron: «Giorno triste». Cosmi: «L’arbitro non in linea... con i regolamenti»

da Torino

Con quell’aria da nonno pacioccoso Giampaolo Pozzo, patron dell’Udinese, tira mazzate a destra e sinistra. Sotto accusa, ovviamente, l’arbitraggio di Dattilo: «Credo non si siano divertiti nemmeno Capello, i giocatori della Juventus e i loro tifosi. L'arbitro ha avuto una giornata storta, ma accade spesso con la Juventus: siamo di fronte all’ennesimo episodio di sudditanza psicologica. Credo che i nostri arbitri siano onesti e preparati: quando dirigono all'estero e senza pressioni, si comportano benissimo. Poi però, nel nostro campionato, succede di tutto: perché? Probabilmente perché pensano che Moggi abbia più potere di quanto effettivamente ne detenga: Luciano è un amico, non si offenderà. Mi dispiace per Inter e Milan: questa non è certo una bella promozione per il calcio, sport del quale resto un grande appassionato. Oggi è una giornata triste per tutto il nostro movimento, non per l’Udinese: un punto in più o in meno non cambia, il guaio è quello che ci sta sotto». Sudditanza psicologica? Pozzo ha una sua teoria: «Dovrebbe essere applicata alla rovescia, favorendo semmai chi ha meno mezzi ed è più debole. Applicando il Vangelo, insomma: invece succedono cose come questa e si resta davvero senza parole». Cosmi prova a prenderla con ironia: «Sul gol di Del Piero la posizione dell'assistente non era in linea... con i regolamenti.

Vidigal è stato onesto perché, se si fosse buttato, avremmo avuto il rigore: siccome però non voglio essere accusato di favorire la simulazione, dico che un grande arbitro avrebbe ugualmente dovuto concederci il tiro dal dischetto. Avrebbe fatto una giocata da fuoriclasse: ma ci sarà una ragione se uno si chiama Dattilo e uno Del Piero».

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