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Praga e Parigi in lite sulla presidenza ceca dell'Unione europea

Governo ceco in bilico e la Francia suggerisce una sua supervisione sulla presidenza di turno boema che comincerà il 1° gennaio. Il premier Topolanek offeso: "Non se ne parla neanche"

Praga e Parigi in lite sulla presidenza ceca dell'Unione europea

Parigi vuole restare alla guida dell’Ue oltre i sei mesi della sua presidenza? Non è proprio il caso, e comunque non tiri in ballo una presunta debolezza di Praga, che dal 1° gennaio è chiamata a prendere il suo posto: noi siamo assolutamente pronti. Il vicepremier ceco Alexandr Vondra rispondeva ieri piccato alle dichiarazioni del presidente francese Nicolas Sarkozy, sostenitore della necessità di una risposta europea forte e coordinata alla crisi dei mutui e dell’opportunità di un governo unico dell’economia della zona dell’euro, che coinvolge 15 dei 27 Paesi dell’Unione. Ma sullo sfondo ci sono i problemi politici di Praga, il cui governo è appeso a un filo.

Totale disaccordo con l’Eliseo Per questo ieri è intervenuto anche il premier ceco Mirek Topolanek. Si parla di un possibile “ruolo forte” francese durante la presidenza di turno ceca, dice Topolanek, ma tutto ciò non ha a che vedere con una presunta debolezza del nostro governo. Si tratta semmai, ha osservato velenosamente, di “un tentativo che riemerge regolarmente quando Parigi è al timone”. Topolanek ha dunque escluso, e con lui il ministro degli Esteri Karel Schwarzenberg, la cancellazione del semestre ceco: “Sono lontano dal condividere questa opinione, alla quale si opporranno non solo i Paesi minori dell’Ue . Le regole sono regole – ha esclamato – e vanno rispettate”.

Governo in bilico La polemica trova linfa nelle difficoltà in cui si dibatte l’esecutivo di Praga, che in Parlamento ha una maggioranza di un solo voto su 200 deputati. La coalizione tripartita tra i liberali dell’Ods (il partito del premier Topolanek e del presidente Vaclav Klaus), i democristiani e i verdi (che in Boemia sono di fatto un partito laico moderato) ha subito una pesante sconfitta alle elezioni regionali della scorsa settimana, con l’opposizione socialdemocratica (Cssd) che si è aggiudicata tutti i 13 consigli in palio. Ringalluzzito dal largo successo, il leader del Cssd Jiri Paroubek ha tentato la spallata in Parlamento, ma la mozione di sfiducia è stata respinta con la consueta risicatissima maggioranza. Oggi e domani gli elettori sono richiamati alle urne per i ballottaggi di 26 seggi del Senato. Una prova importante per Topolanek, che rischia di perdere la maggioranza al Senato che è di soli 41 seggi su 81. Paroubek spera che gli vada male.

E forse, anche se non può dirlo, anche Sarkozy.  

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