Dieci come i milioni che entreranno nelle casse del club, utili per il mercato di gennaio; dieci come gli anni passati dall’ultimo ingresso dei viola fra le 16 migliori della Champions. Prandelli uguaglia così Trapattoni, il suo allenatore per 7 anni alla Juve, anche se ai tempi in gigliato dell’allenatore di Cusano Milanino (era la stagione 1999/2000) la formula europea era diversa. Fiorentina agli ottavi con un turno d’anticipo, con sofferenza e con merito (prima italiana in stagione a tagliare il traguardo, un successo che ha reso inutile l’1-0 del Liverpool a Debrecen ora fuori dalla Champions): 4 vittorie consecutive dopo lo scivolone di Lione. La squadra di Prandelli non vuole fallire l’appuntamento più importante della stagione, ma i francesi già qualificati rendono la vita difficile ai viola. Alla fine basta il rigore di Vargas per domare i transalpini che nel primo tempo giocano in maniera troppo compassata.
Che sia una serata di gala si capisce dalla cornice di pubblico e dalla presenza in tribuna di Diego e Andrea Della Valle. La Fiesole fa un indiretto tributo al Trap, accogliendo i francesi con uno striscione ironico dedicato al tocco di mano di Henry. I pali di Santana e Gilardino scuotono la porta di Lloris, le lente ripartenze del Lione favoriscono la gestione della partita da parte dei viola. Marchionni si guadagna un rigore (ingenuo Cissokho) che Vargas trasforma.
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