In tavola c'erano lasagne, polpettine di carne, gateau di patate, lenticchie, dolci e spumante. Tutto per 500 coperti. A condividere il tradizionale pranzo di Natale offerto come ogni 25 dicembre dalla comunità di Sant'Egidio c'erano tanti immigrati, nomadi, anziani soli, senza casa e famiglie non abbienti. Un'occasione da non perdere per trascorrere qualche ora in compagnia, tra melodie natalizie, tovaglioli e piatti rossi, nella chiesa riscaldata di Santa Maria in Tastevere, nel cuore della capitale.
Tra i poveri che si scambiavano gli auguri e brindavano c'era anche il sindaco Gianni Alemanno, accompagnato dalla moglie Isabella Rauti: «Questo è il Natale più autentico - ha detto il primo cittadino - e ringrazio la comunità di Sant'Egidio di aver inventato questa tradizione. Gli ultimi hanno in questa giornata la possibilità di incontrare le istituzioni e hanno voglia di raccontare le loro vite». Non ha voluto mancare all'appuntamento neppure il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, assieme alla mamma: «Questo è forse il giorno più bello dell'anno ed è importante che le persone in difficoltà abbiano la vicinanza delle istituzioni».
Il primo pranzo di Natale organizzato dalla comunità di Sant'Egidio risale al 1982. «Allora - racconta il portavoce della comunità, Mario Marazziti - c'erano solo 25 coperti. La tradizione nacque perché scoprimmo che a Natale tutto si fermava, anche la solidarietà verso i poveri. Ecco allora che quella di oggi vuole essere la famiglia dei "senza nulla"».
Il giorno di Santo Stefano, invece, la comunità di Santo Stefano è nel carcere di Regina Coeli per un pranzo nella prima rotonda dell'istituto. Un'ottantina i detenuti seduti a tavola per mangiare le classiche portate del menù natalizio. Con loro, quest'anno, anche Gigi Proietti, salutato da un applauso calorosissimo. Molto emozionato l'attore: «Parlando con queste persone ti rendi conto di questi nostri concittadini che uno pensa diversi, ma sono come noi. Dovremmo ricordarcelo più spesso. È un bel momento, forse più per me che per loro».
Al pranzo hanno preso parte anche il capo del Dap, Franco Ionta, e il direttore del penitenziario, Mauro Mariani: «Questa è una bella giornata - ha detto il direttore - un fatto concreto di cui voglio ringraziare tutti gli operatori del carcere: è un incontro tra i più sentiti qui a Regina Coeli». Ionta ha voluto fare un augurio ai detenuti: «Spero - ha detto - che quando verrò l'anno prossimo non troverò le stesse persone che sono qui oggi».
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