Il pranzo della tregua tra Monti e Berlusconi: nel menù Ue e sviluppo

Il Prof avverte: stabilità politica o si rischia un’altra manovra Il Cav agli europarlamentari: «Bossi? Fa solo il gioco delle parti»

Roma - «Abbiamo il difficile compito di sostenere il governo e allo stesso tempo prenderne le distanze. Perché non possiamo non mostrarci in dissenso da una manovra che per il 75% è fatta di nuove tasse e che il nostro elettorato non capisce». Davanti agli europarlamentari riuniti in un albergo di Roma per gli auguri di Natale, Berlusconi sintetizza alla perfezione il complicato equilibrio a cui è destinato il Pdl nei prossimi mesi. D’altra parte, la questione è stata lungamente affrontata solo pochi minuti prima, durante un pranzo a Palazzo Chigi durato quasi due ore. Da una parte del tavolo Monti, il sottosegretario Catricalà e il ministro Moavero, dall’altra Berlusconi e Gianni Letta.

Un faccia a faccia nel quale il premier chiede al Cavaliere un sostegno «più deciso» all’azione di governo. Perché, è il ragionamento del presidente del Consiglio, le polemiche e le prese di distanze pubbliche rischiano di rendere inefficace la manovra che oggi avrà il via libera del Senato. La stabilità politica - argomenta Monti - è l’unica cura per evitare che lo spread continui a salire, l’unico modo per scongiurare una nuova manovra correttiva di cui comunque non solo il Pdl ma anche il Pd si dovrebbero far carico al momento del voto in Parlamento. Tutte argomentazioni su cui Berlusconi non può che essere d’accordo.

Tanto che fermandosi a parlare con i giornalisti al termine della riunione a porte chiuse con i parlamentari europei il Cavaliere sceglie un profilo decisamente più prudente nei confronti del governo. Non usa l’espressione «staccare la spina» (come invece fa con gli eurodeputati non escludendo a priori l’eventualità) e si dice favorevole persino ad una cabina di regia tra partiti ed esecutivo per assicurare una corsia privilegiata e senza incidenti ai prossimi provvedimenti. «Con Monti - spiega - c’è stato un incontro cordiale in cui abbiamo guardato a cosa si dovrà fare in futuro per la crescita». Insomma, ci sarà «una proficua collaborazione».

Un concetto che davanti ai parlamentari europei l’ex premier spiega con sfumature diverse. Ribadendo che il Pdl resta il primo partito in Parlamento e che da ora in poi le prossime misure del governo «dovranno essere concordate con noi» a differenza di quanto accaduto con la manovra. Nel pranzo a Palazzo Chigi, poi, si affronta anche l’argomento delle frequenze tv e delle riforme istituzionali. Un tema, avrebbe detto Berlusconi a Monti, che bisognerebbe riuscire ad affrontare in tempi brevi perché «è difficile governare se il presidente del Consiglio non ha quasi alcun potere». I due si sarebbero poi trovati d’accordo sulla necessità di frenare l’asse tra Parigi e Berlino. «Il direttorio a due - dice il Cavaliere - è inaccettabile e su questo anche Monti è d’accordo».

Al di là del messaggio di lealtà mandato ieri pubblicamente al capo del governo, Berlusconi resta però pronto a qualsiasi eventualità. «Siamo in campagna elettorale già adesso», dice agli eurodeputati. E aggiunge: «Lavoriamo ad una riorganizzazione del partito su base aziendale dove il nostro fatturato siano voti e consensi. E a breve metteremo su 63mila team della libertà, uno in ogni collegio elettorale». Qualcuno chiede conto di quali siano i rapporti con la Lega.

E Berlusconi - che con il Senatùr ha avuto un incontro riservato nei giorni scorsi - non ha dubbi: «Bossi sta facendo il gioco delle parti. Si può permettere di tenere la linea che oggi sta portando avanti il suo partito e lo fa. Ma, state tranquilli, il rapporto con la Lega non è in discussione».

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