Alla pre-apertura parla Don Capovilla: "Disegno di pulizia etnica dal '48"

Alle parole di dialogo di Buttafuoco segue l'affondo "storico" del prete

Alla pre-apertura parla Don Capovilla: "Disegno di pulizia etnica dal '48"
00:00 00:00

nostro inviato a Venezia

Ieri è toccato alla Biennale prendere la parola a proposito delle polemiche legate alla questione di Gaza dopo la lettera aperta degli artisti Pro Pal. Lo ha fatto innanzi tutto il presidente della istituzione veneziana, Pietrangelo Buttafuoco (a destra), nell'evento di preapertura della Mostra Internazionale d'arte cinematografica, prima della proiezione del corto Origin, di Yann Arthus-Bertrand. Ha detto Buttafuoco: "Mai potrà allignare l'atteggiamento coercitivo nei confronti della libertà di espressione e rivendico di poter affidare a questa istituzione il compito che una volta era proprio delle Olimpiadi, cioè fare incontrare i popoli anche tra loro nemici, farli incontrare in una direzione molto più alta che è quella dell'espressione della bellezza, della potente capacità di creare e di essere garanzia, nello spirito critico, della libertà. È qualcosa che predichiamo da sempre nella storia della Biennale di Venezia, nei suoi 130 anni, ed è qualcosa che rivendichiamo e che vogliamo custodire". In conclusione: "Ho attraversato le strade di Catania e ho trovato una scritta che mi ha fatto riflettere, mi ha procurato un dolore. La scritta che ho visto diceva che non si sta zitti, non si fa silenzio solo quando i bambini dormono e si comincia a gridare a parlare, a fare rumore quando i bambini muoiono". Affrontare il tema, sottolinea il direttore della Mostra Alberto Barbera (a sinistra), è sacrosanto "mentre ci ritroviamo impotenti ad assistere a un massacro che non possiamo giustificare neanche un po'". Buttafuoco ha letto uno stralcio delle Troiane di Euripide, dedicato a una nonna che piange la morte del suo nipotino in guerra. Sono versi "nei quali un greco è catturato dalla pietà della morte dei suoi nemici. È una pagina di letteratura, che diventa spettacolo, che diventa catarsi, educazione". Poi è stato il momento di Don Nandino Capovilla, il sacerdote espulso all'aeroporto di Tel Aviv lo scorso 12 agosto: "Il diritto alla vita e alla sicurezza lo avevano il 7 ottobre 2023 le circa 1200 vittime israeliane, di cui 16 bambini, del brutale attacco di Hamas. Lo hanno gli ostaggi israeliani che attendono di essere restituiti alle famiglie. Lo avevano le 62.000 persone palestinesi della Striscia di Gaza (e purtroppo sappiamo che il conto è molto più alto, perché migliaia di persone sono ancora sotto le macerie), di cui 18.000 bambini, che sono state uccise dall'esercito israeliano".

Durissima, e foriera di nuove polemiche, la incauta dichiarazione finale, che molti storici rispedirebbero al mittente: "In tutto il Territorio palestinese occupato si sta compiendo un preciso disegno di pulizia etnica iniziato con la Nakba del 1948, un tassello di quel colonialismo di insediamento alla base del sionismo. Certamente dobbiamo anche indurre Hamas a porre fine ai suoi atti terroristici: si eviterebbe di aggiungere dolore a dolore... sangue a sangue".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica