Precedente Galimberti e la filosofia del riciclo

La mania del copia incolla non sembra limitarsi all’ambito filosofico. Anche Roberto Saviano, autore di Gomorra sembra aver deciso di prendere lezioni dal professor Umberto Galimberti, «pizzicato» dal Giornale in uno dei più clamorosi casi di clonazione editoriale multipla degli ultimi anni. Il caso che ha coinvolto il filosofo di Repubblica è partito il 17 aprile del 2008 quando il nostro quotidiano ha rivelato, con un attento confronto testuale svolto dallo studioso Roberto Farneti, che alcune pagine del Saggio L’ospite inquietante, con cui il docente di Ca’ Foscari è rimasto nelle classifiche di vendita della saggistica per molti mesi, erano state copiate dal libro della professoressa Giulia Sissa, Il piacere e il male. L’«incidente», ossia il riciclo di frasi di Giulia Sissa, senza virgolette e senza note, è stato riconosciuto dallo stesso Galimberti pochi giorni dopo. In un intervista rilasciata a un nostro cronista ammetteva: «In quelle pagine ho rielaborato una recensione del 23 aprile 1999... Mi piacevano le frasi della Sissa, le ho rielaborate, e poi a dieci anni di distanza non mi ricordavo più cosa fosse suo e cosa mio...».
Caso chiuso? No per niente, perché si trattava tutt’altro che di un incidente isolato. A pochi giorni di distanza il Giornale ha scoperto che, questa volta in un articolo di Repubblica, il professor Galimberti aveva «clonato» alcune pagine di un libro della studiosa Alida Cresti (Nell’immaginario cromatico). In questo caso era addirittura intervenuto, con un’ordinanza, il tribunale civile di Roma, in data 30/5/2006 dichiarando che «il Galimberti nel proprio articolo ha riprodotto pedissequamente interi brani del libro della Cresti...». Ma nemmeno questa scoperta ha chiuso la vicenda, il filosofo Salvatore Natoli ha denunciato ad Avvenire di aver subito una serie di altre «clonazioni» documentabili. Dopo queste nuove scoperte il professor Galimberti si è chiuso in uno sconcertante silenzio da cui non è più uscito. Nemmeno quando il 6 giugno il professor Guido Zingari ha raccontato al Giornale come anni prima (1986) Galimberti avesse saccheggiato il suo saggio Heidegger. I sentieri dell’essere utilizzandolo per il suo Invito al pensiero di Heidegger. A un ulteriore controllo è poi risultato che due dei testi che contenevano brani saccheggiati a Zingari e a Natoli erano stati presentati da Galimberti per il suo concorso da professore ordinario di filosofia.

Secondo il rettore di Ca’ Foscari «in un caso del genere deve intervenire il ministero per la creazione di un giurì su richiesta di un cattedratico... Non può agire l’Università». E lì il caso Galimberti si è «ufficialmente» chiuso (escludendo il fatto che in un articolo del 6 luglio Il Giornale denunciava, inascoltato, altre numerose clonazioni...).

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