nostro inviato a New York
Intesa Sanpaolo trova la sua dimensione internazionale anche nellimpegno umanitario. E in un premio che il suo ad, Corrado Passera, ha ricevuto a New York, di fronte a 2mila invitati alla presenza del segretario generale dellOnu, Ban Ki-Moon. Il «Project Malawi» è stata giudicata la migliore iniziativa filantropica dalla Gbc (Global business coalition), una federazione di 220 multinazionali, impegnate nel finanziamento non-profit di progetti per le tre malattie più devastanti del pianeta: Aids, malaria e Tbc.
Passera ha incontrato nelloccasione ceo, ministri e ambasciatori, entrando a pieno titolo in un «club» che fa e farà del non profit un fiore allocchiello del mondo più industrializzato. Intesa, insieme con la Fondazione Cariplo, ha investito 9 milioni di euro (più altri 2 raccolti direttamente) in questi ultimi tre anni, e altrettanti Passera ha annunciato che verranno investiti nel prossimo triennio, per dotare lo Stato africano sub-sahariano del Malawi delle più evolute strutture sanitarie e ospedaliere per curare lAids, ma in particolare per prevenire la trasmissione della malattia da madre a figlio. Tre laboratori di biologia molecolare, 12 centri di accoglienza per orfani, 12mila pazienti in cura (10% del totale del Paese), un centro di monitoraggio delle resistenze virali in assistenza pubblica (caso più unico che raro in Africa) sono alcuni dati del progetto, in un Paese dove mediamente si muore a 37,5 anni, con 1,9 milioni di nati orfani su 12 milioni di abitanti e un reddito procapite di 163 dollari lanno.
Partecipano al progetto anche la Comunità di San Egidio, Save the Children, il Cisp (con progetti di micro finanza) e gli scout locali, particolarmente impegnati negli aspetti dellinformazione sulla prevenzione-contraccezione.
«Non è solo un progetto - ha detto Passera - ma una cosa concreta, che già funziona e che è parte di un sogno e un impegno di lungo termine: che ogni donna del Malawi possa partorire figli sani».
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