Il premier e Bossi pronti allo scontro finale. Berlusconi scenderà in piazza

Bravo Enrico Mentana. Anche ieri sera ha fatto un buon lavoro intervistando Gianfranco Fini durante il rinnovato telegiornale della 7, passata in pochi giorni, con la sua direzione, da videocitofono ad emittente di gran moda, ricca di spunti interessanti e di ascolti. Ma il buon lavoro di Chicco sarebbe stato addirittura eccellente se non avesse risparmiato al presidente della Camera la domanda delle cento pistole. Questa: come mai la signora Frau, casalinga, mamma della compagna di Fini (Elisabetta Tulliani), ha ottenuto dalla Rai un contratto da un milione e mezzo di euro? Che titoli aveva per strappare un simile privilegio, lei che non ha mai lavorato neppure cinque minuti per un’antenna televisiva? Chi l’ha aiutata a diventare fornitrice dell’ente pubblico? È vero - come ha ammesso Guido Paglia, dirigente Rai - che è stata la terza carica dello Stato a fare pressioni su qualche alto papavero dell’azienda affinché la suocera si aggiudicasse il suddetto contratto?
Purtroppo Mentana non si è spinto a tanto nel suo pur brillante servizio. Ci sarebbe piaciuto vedere (e ascoltare) il leader di Futuro e libertà mentre si arrampicava sugli specchi nel tentativo di giustificare il «fatterello» descritto. Ma lo spettacolo è stato lo stesso avvincente. Non tanto nella parte dedicata alla politica, in cui, fatalmente, il cofondatore del Pdl ha ripetuto gli stessi concetti espressi domenica scorsa a Mirabello. Il momento più elettrizzante della conversazione è stato quando Mentana ha chiesto all’ospite: com’è andata la storia dell’estate, quella dell’appartamento di Montecarlo ereditato da An grazie al lascito di una nobildonna e ora occupato da suo cognato, Giancarlo Tulliani? Fini si è esibito in uno slalom allo scopo di aggirare il quesito. Si è limitato a balbettare ciò che aveva goffamente messo nero su bianco, in un comunicato, circa un mese fa. E cioè di essere ignaro di come fosse avvenuta la cessione dell’immobile e di aver saputo dalla compagna che il pied-à-terre era poi finito nella disponibilità del fratello di lei.
Insomma, non ha aggiunto un solo particolare alla versione insufficiente già fornita. Non ha spiegato perché una casa, il cui valore è stimato intorno a un milione e mezzo (forse due), sia stata sbolognata a società offshore alla modica cifra di 300mila euro. Il presidente non ha fiatato se non per ribadire la sua indignazione verso Il Giornale, reo di aver coinvolto nella polemica Elisabetta Tulliani, la mamma delle sue bimbe. E anche qui ha sbagliato. Perché non noi, bensì lui ha trascinato la compagna nella vicenda, ed è un peccato che non se lo rammenti.
Glielo ricordiamo noi, allora. Fini ha dichiarato pubblicamente, attraverso il famoso comunicato zoppo, di aver appreso da Elisabetta che il quartierino monegasco era abitato dal cognato. Ma allora perché ha tirato in ballo la compagna, se voleva preservarne la privacy? E perché adesso gira la frittata e accusa noi di aver osato implicare la famiglia? È stato lui a intrecciare i parenti acquisiti con i casi suoi e del partito. Lui a farsi iscrivere all’anagrafe sullo stato di famiglia della suocera, la stessa alla quale ha fatto avere il contratto Rai.

Lui a dire che fu il cognato a proporgli di vendere l’alloggio monegasco alle società offshore ubicate nei paradisi fiscali. Eppure, davanti alle telecamere, così come in piazza, ha insultato Il Giornale sul quale ha perfino scaricato le proprie responsabilità per togliersi di imbarazzo. Ovvio: perché è imbarazzante dire la verità.

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