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«Il premier a Mediaset» La sinistra ha gli incubi per l’appello che non c’è

«Il premier a Mediaset» La sinistra ha gli incubi per l’appello che  non c’è

Fabrizio De Feo

da Roma

Nel teatro dell’assurdo degli ultimi giorni di campagna elettorale accade anche questo: che l’Unione si indigni «a prescindere» per un presunto appello a reti unificate di Silvio Berlusconi su Mediaset. Una bufala di prima qualità - e una ulteriore prova del nervosismo di cui è preda la sinistra sul fronte televisivo - che accende un surreale rincorrersi di dichiarazioni, un fuoco di sbarramento preventivo che si risolve, naturalmente, in una bolla di sapone.
Il parlamentare incaricato di accendere la miccia è Giuseppe Giulietti, ex leader del sindacato rosso della Rai e uomo non certo estraneo ai fuochi della propaganda. «Berlusconi potrebbe tentare un nuovo blitz televisivo: non escludo nulla» denuncia Giulietti in mattinata a Radio Popolare. «Quando Berlusconi annuncia brogli elettorali prepara in genere brogli mediatici. Credo che il presidente del Consiglio e Mediaset stiano esaminando la possibilità questa sera di trasmettere addirittura a reti unificate la conferenza stampa di Berlusconi, che andrà in onda su Raiuno - denuncia Giulietti -. Credo che sia in preparazione anche una sceneggiata di Emilio Fede sul Tg4 contro le sanzioni dell’autorità di controllo, che è ampiamente informata sui maneggi che sono in corso in queste ore e che mi auguro intervenga preventivamente». Come se non bastasse, l’annuncio del parlamentare diessino viene assecondato dal segretario dei Ds, Piero Fassino. «Credo che se Berlusconi lanciasse da Mediaset un appello agli italiani indurrebbe molti elettori a non votarlo solo per questo. Mi auguro sia solo una voce infondata». In questo coro dell’assurdo non manca la voce, preventivamente indignata, di Vincenzo Vita. «Se si avverassero le voci di un blitz televisivo del premier sulle reti unificate di Mediaset, sarebbe davvero il trionfo dell’illegalità, l’ultima, inqualificabile, sprezzante violazione delle regole dell’informazione in campagna elettorale» denuncia l’esponente diessino. Il piccolo psicodramma si chiude con l’intervento dei diretti interessati. Mediaset, con un comunicato, replica a quelli che definisce «boatos» su un possibile blitz mediatico del premier. Riferendosi alle dichiarazioni in questo senso rilasciate dagli esponenti diessini, il gruppo di Cologno Monzese dichiara «ma quale blitz, quale colpo di mano, quale diffusione a reti unificate della conferenza stampa di Raiuno. Non abbiamo bisogno dei Giulietti, dei Vita e dei Cuillo per saperci regolare», conclude la nota.
Nel pomeriggio è poi lo stesso Silvio Berlusconi a prendere la parola per scrivere la parola fine alla surreale diatriba. «Stasera sarò ospite de “L’antipatico“, mi spetta di diritto perché non ci sono mai andato», spiega il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine della registrazione della puntata di Conferenza stampa. In serata, però la trasmissione ha scatenato le proteste dell’Unione. «A poche ore dal voto il Premier Berlusconi ci dà l'ennesima prova del conflitto d'interessi» hanno affermato in una nota congiunta Enzo Carra della Margherita, Valerio Calzolaio dei Ds, Antonello Falomi di Rifondazione comunista, Luigi Marino dei Comunisti italiani, Mauro Fabris dell'Udeur. «L'Authority chiarisca se la trasmissione condotta da Maurizio Belpietro ha violato i regolamenti» sono intervenuti i ds Giuseppe Giulietti e Gloria Buffo. «Vorremmo sapere dall'Autorità di Garanzia se ritiene conforme, alle norme e ai regolamenti, la trasmissione che era stata annunciata per le 23.30, ed è stata invece singolarmente anticipata alle 21.00». Mediaset però smentisce violazioni. «La trasmissione si è svolta in perfetta par condicio» dice Mauro Crippa, consigliere d'amministrazione di Mediaset e direttore della comunicazione, sottolineando che «le proteste degli esponenti dell'Unione sono completamente fuori bersaglio e frutto di una certa ossessione anti-Mediaset particolarmente in voga in questi giorni».

L'Autorità per le Comunicazioni ha comunque reso noto che «valuterà i contenuti delle ultime trasmissioni televisive alla luce delle raccomandazioni espresse nel comunicato emanato nell'imminenza della chiusura della campagna elettorale».

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