Il premier: "Nessun rischio per il vertice"

Berlusconi: "Le strutture possono sopportare un sisma di intensità superiore a quello del 6 aprile". Unanime il messaggio degli Otto grandi della Terra: "Piena fiducia nell’organizzazione italiana

Il premier: "Nessun rischio per il vertice"

Roma Sono quasi le 13.30 quando uno dei collaboratori del premier fa il suo ingresso nella sala del Consiglio dei ministri e gli consegna un foglio. Silvio Berlusconi legge e rilegge il lancio di agenzia che dà conto di una nuova scossa all’Aquila, dove mercoledì si aprirà il summit del G8. E scuotendo la testa non nasconde la sua preoccupazione. «Già abbiamo tante difficoltà a far rientrare gli sfollati nelle loro case...», dice guardando i ministri. «Pensate - aggiunge - che il 60% delle abitazioni è agibile ma ancora disabitato». Il rischio, insomma, è che la paura prenda piede e diventi lentamente l’ostacolo più duro alla ricostruzione abruzzese.
Ma sul tavolo c’è anche il capitolo G8. Che Berlusconi non affronta in Consiglio dei ministri ma del quale si occupa durante tutta la giornata, passata in contatto diretto con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e scandita da diverse riunioni operative a Palazzo Chigi. La scossa, infatti, è stata violenta e si è sentita distintamente anche dentro la caserma della Guardia di finanza di Coppito che la prossima settimana ospiterà i grandi del mondo. Sulla tenuta della struttura, però, non c’è alcun dubbio. Perché - Bertolaso lo ripete al telefono con Berlusconi - la caserma «è in grado di sopportare anche terremoti di intensità superiore a quello del 6 aprile». Il problema, piuttosto, è il rischio che una forte scossa durante i lavori del G8 - o peggio di notte - possa scatenare il panico tra le 29 delegazioni presenti. Insomma, sintetizza un ministro vicino al Cavaliere, «la paura è proprio la paura». Ed è anche per questa ragione che ieri la Farnesina ha provveduto a tranquillizzare tutte le diplomazie attese all’Aquila.
Così, ci sta che la Protezione civile e la task force di Palazzo Chigi abbiano predisposto comunque un piano di evacuazione per i leader mondiali, in particolare per Barack Obama. Sugli aspetti legati alla sicurezza, non è una novità, gli americani hanno infatti un’attenzione maniacale. Due sono le vie di fuga previste per i big del G8 a seconda dell’intensità delle eventuali scosse: l’evacuazione in elicottero direttamente dalla caserma della Guardia di finanza oppure dall’aeroporto di Preturo (che dista poco più di un chilometro). Il resto delle delegazioni, invece, lascerà Coppito via terra e sarà indirizzato sull’autostrada.
Un piano, è la convinzione di Palazzo Chigi, del quale non si avrà bisogno, perché seppure ci sarà qualche scossa la caserma della Guardia di finanza è considerata a prova di terremoto. Non solo dai tecnici della Protezione civile ma pure dagli esperti della delegazione statunitense che l’hanno visionata nelle scorse settimane. Ma la prudenza non è mai troppa e così è già stato stabilito che se mai si decidesse di spostare in extremis il summit non potrebbe che essere alla Farnesina.
Precauzioni, dunque. Tanto che nonostante le scosse di ieri le diplomazie degli Otto grandi lasciano trasparire «piena fiducia» nell’organizzazione. Il governo tedesco, per esempio, fa sapere di «confidare nell’abilità e nelle competenze della presidenza italiana del G8» e si dice certo che «tutto si svolgerà in sicurezza». E più o meno dello stesso tenore sono i segnali che arrivano dal Cremlino, da Downing Street, dall’Eliseo e da Tokio.
Berlusconi, intanto, continua a lavorare a testa basta sul G8, il terzo da presidente. Giovedì era stato all’Aquila per la sedicesima volta dal terremoto e per l’ennesimo sopralluogo, ieri ha aperto i lavori de «L’Aquila day» al ministero dell’Economia e dopodomani tornerà ancora a Coppito per un’ultima visita prima che mercoledì si aprano ufficialmente i lavori del summit. Che, ripete il Cavaliere, in economia dovrà portare «un nuovo codice di regole per il futuro». Un documento di 72 pagine con dodici punti essenziali elaborato da Giulio Tremonti. Un primo passo, spiega Berlusconi. Perché, dice, «siamo ancora molto lontani» e «dobbiamo fare molti passaggi per approfondire il tema».
Pur concentrato sull’appuntamento internazionale, il premier non perde di vista la tragedia di Viareggio. In Consiglio dei ministri chiede un minuto di silenzio per le vittime e tutti si alzano in piedi. Poi, ripresi i lavori, il governo dichiara lo stato di emergenza e annuncia il lutto nazionale e i funerali solenni. Non ci fosse stato l’appuntamento del G8, sarebbero stati funerali di Stato (dove il protocollo vuole la presenza del premier che la prossima settimana sarà però impegnato all’Aquila).


Davanti ai ministri, poi, Berlusconi ribadisce la sua intenzione di «accertare tutte le responsabilità» affinché «tragedie simili non si ripetano». «Al momento - dice prima di chiudere il Consiglio dei ministri - i morti sono 21 (saliranno a 22 qualche ora dopo, ndr), ma purtroppo i feriti restano quasi tutti in condizioni disperate».

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