Milano«Ma il tavolo è ancora quello su cui lavorava Ho Chi Minh?». AllOsteria della Pesa sembrano tornati i giorni della passione politica anni Settanta, quando infuriava la guerra del Vietnam e i pacifisti si ritrovano a parlare male degli americani nella storica trattoria in zona Garibaldi, poco distante dalla Chinatown milanese. Negli anni Trenta alla Pesa faceva il lavapiatti (pare poi promosso a cuoco) colui che sarebbe diventato il presidente comunista del Vietnam, tanto determinante nella storia del Paese da far cambiare il nome di Saigon in Ho Chi Minh city.
Le contrapposizioni ideologiche, almeno in questo caso, sembrano archiviate nei manuali di storia. È stato Silvio Berlusconi ad accompagnare un commosso Nguyen Minh Triet, presidente della Repubblica socialista del Vietnam, in pellegrinaggio sui luoghi di Ho Chi Minh. Un giro al ristorante, dove è appeso alla parete un suo ritratto, e una sosta davanti alla targa che ricorda la clandestinità milanese del rivoluzionario nutrito un po da Confucio, molto da Marx e Lenin, che abitava in una casa di ringhiera del palazzo.
Lepigrafe, incisa nel 1990, centenario della nascita, ricorda che quella fu la dimora «frequentata dal Presidente Ho Chi Minh durante le sue missioni internazionali negli anni 30 in difesa delle libertà e dei popoli». Targa, foto e locale storico hanno colpito i sentimenti della delegazione, che ha continuato a scattare foto, girare per il locale e interrogare i proprietari sulla vita italiana di zio Ho, nomignolo affettuoso tributato dai vietnamiti al loro padre fondatore. «Non credevamo avesse fatto lavori così umili» si stupiva uno dei funzionari del presidente vietnamita.
Berlusconi e Nguyen Minh Triet si sono incontrati nella prefettura milanese, dove sono stati firmati tre accordi bilaterali tra Italia e Vietnam: in materia di istruzione, cooperazione allo sviluppo e turismo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.