RomaDice di voler «andare avanti fino al 2013» per «utilizzare i prossimi 18 mesi» per «cambiare la Costituzione» e «dare attuazione allazione di governo». E, in cuor suo, lo vorrebbe davvero perché finire la legislatura resta il suo primo obiettivo. Lo dice. Ma è ben consapevole del rischio che le elezioni possano arrivare già nella primavera del 2012. Non per un fantomatico accordo con la Lega - perché una delle cose su cui il Cavaliere non ha mai avuto esitazioni negli ultimi mesi è proprio la volontà di arrivare fino alla scadenza naturale della legislatura e perché con Bossi non cè certo bisogno di un accordo preventivo per decidere di staccare la spina visto che gli interessi dei due sono assolutamente convergenti - quanto per implosione di una maggioranza e di un governo che, ammette lo stesso Berlusconi intervenendo agli «Stati generali del commercio estero» officiati dal neo viceministro Polidori, «soffre di tutte le vicissitudini della politica». Non a caso, solo qualche giorno fa - parlando con un deputato preoccupato dalleventuale incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco - Alfano (nella foto)escludeva categoricamente la possibilità di un election day. Traduzione: nel 2012 politiche e amministrative certamente non saranno contestuali. Una convinzione che conferma quanto nel Pdl si ritenga probabile il voto anticipato a primavera. E non lo conferma solo questo, ma anche lintervento di Berlusconi davanti agli imprenditori che investono sullestero.
Perché, con tutte i distinguo del caso, per la prima volta da tempo il suo è un discorso con molte sfumature da campagna elettorale. Con lelenco delle cose da fare e puntando il dito su quelle che sono le criticità del Paese, dalle infrastrutture allevasione fiscale, dallenergia alla pubblica amministrazione passando per la giustizia civile e la riforma della Costituzione. Un Cavaliere allattacco, dunque. Nella speranza di arrivare fino al 2013 e riuscire a realizzare gli impegni con lUe ma comunque deciso a non tirarsi indietro nel caso di show down.
Parla anche delleuro Berlusconi. E dice che «cè un attacco» alla moneta unica perché «non ha convinto nessuno» e perché «è una moneta strana» che «non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento». Dice la cosa più scontata del mondo, ma si apre lennesima querelle sulle sue parole con lopposizione che va sugli scudi e con Palazzo Chigi che è costretto a precisare che «leuro è una bandiera» e le parole del premier «sono state distorte».
Dettagli. Il punto è che il clima è già quello della campagna elettorale. Che poi ci arrivi davvero è da vedere. Il premier si appella anche al ruolo dellopposizione. «Non potrà sottrarsi - dice - dal sostenere il pacchetto di misure concordato con lEuropa». Insomma, «abbiamo la possibilità di farcela nonostante la crisi». E - aggiunge - oggi «ne sono ancor più convinto». E quindi «arriveremo al 2013» perché «abbiamo un programma preciso di riforme che metteremo in campo».
Il premier tira dritto: «Avanti fino al 2013»
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