Guardando al Rapallo Carige si può dire che sia proprio vero che la pioggia porti fortuna. Tradizionalmente in programma a inizio estate, più la cerimonia conclusiva del Premio letterario dedicato alla donna scrittrice subisce, ogni anno puntuali, gli strali del maltempo, maggiori sono i consensi che esso riscuote a livello di pubblico e di partecipazioni al concorso, arrivando quest'anno al numero record di 122 scrittrici in gara. E se anche per l'ennesima volta si è dovuto rinunciare alla splendida vista su Portofino che si gode da Villa Tigullio, la luminosa bomboniera seicentesca dell'Auditorium delle Clarisse non ha certo fatto pesare il trasloco della manifestazione, deciso all'ultimo momento, verso una sede al coperto. Sul palco l'intramontabile Livia Azzariti, signorile e accattivante come sempre, ha presentato la terna delle scrittrici in finale, le due vincitrici dei Premi speciali, introducendo gli attori Venturiello e Caterina Vertova, che hanno interpretato diversi brani dei libri, i commenti dei critici letterari della giuria tecnica e le melodie canore di Mietta, che hanno intervallato la cerimonia di premiazione.
La pioggia è stata di buon auspicio pure per la trentenne friulana Federica Manzon il cui romanzo «Di fama e di sventura» (Mondadori) ha ottenuto il maggior numero di preferenze (29) da parte dei 60 giurati, semplici lettori e specialisti, superando «Se tu fossi qui» di Maria Pia Ammirati (Cairo Editore) e «Mia madre è un fiume» di Donatella Di Pietrantonio (Elliot Edizioni). Il libro vincitore di questa XXVII edizione del Premio è il primo della scrittrice di Pordenone che vi ha dedicato quattro anni di lavoro. Al cuore di questa storia epica, dal titolo foscoliano, è il personaggio di Tommaso, un moderno Ulisse che lotta contro il destino segnato dal suo lato oscuro, contro avversità e ingiustizie, figura centrale di un grande affresco che spazia da Trieste all'America e penetra nel mondo dell' economia d'inizio secolo, tra speculazioni dissennate e l'onda nera della crisi.
Un posto particolare nella serata lo ha poi occupato la popolarissima Franca Valeri, coi suoi novant'anni portati con leggerezza e disincanto. La notissima attrice, interprete di personaggi che hanno fatto la storia dello spettacolo e del costume italiani, è salita ancora una volta sul palco, al Rapallo Carige, per ritirare il premio speciale della giuria assegnato al suo ultimo libro «Bugiarda no, reticente» (Einaudi), un'originale confessione autobiografica in libertà, in cui la grande attrice esprime la sua straordinaria ironia intelligente e mordace, tante volte ammirata sulle scene.
Rivelazione del concorso è stata la ventitreenne siciliana Viola Di Grado vincitrice del premio «Opera Prima», dedicato alle esordienti. Il romanzo premiato, «Settanta acrilico trenta lana» (Edizioni E/O), ambientato in una gelida Leeds, racconta di due donne, madre e figlia, che si annullano a vicenda in un gioco di sguardi e silenzi assoluti, esiliate dal mondo in una casa cadente pervasa da ossessioni e follie, dove timidi spiragli di primavera, di speranza, sono puntualmente cancellati dall'implacabile onnipresente inverno.
«Un Premio che da 27 anni racconta storie di donne - ha ricordato il Vicepresidente di Banca Carige Alessandro Scajola - dando voce alle istanze più intime ed elevate dell'Italia al femminile».
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