«Veramente, veramente non me l'aspettavo. É  una grande cosa e me la porterò per lungo tempio  addosso».
  Mattia Signorini ha 30 anni ma ne dimostra 10 di meno e sul palco del Premio  Tropea sprizza  gioia da tutti i pori. Con il suo secondo libro, «La sinfonia del tempo breve» (Salani),  ha  vinto il riconoscimento  letterario molto a sorpresa. Anche per lui.
 Per soli 3 voti ha battuto il favorito della IV edizione:   il notissimo conduttore televisivo  dell'«Infedele» su La7 Gad Lerner ,del cui romanzo «Scintille» (Feltrinelli) si è tanto parlato  e polemizzato in questi mesi e che figura nell'ambita  cinquina dei finalisti del Premio  Campiello.
   E   ha battuto anche la terza concorrente scelta dalla giuria tecnica presieduta dalla  scrittrice-giornalista Isabella Bossi Fedrigotti,  un   altro personaggio noto e con un forte   successo editoriale all'attivo: la spagnola Alicia Giménez Bartlett, autrice della serie  poliziesca che ha come protagonista l'ispettrice Petra Delicado, spesso accostata al commissario  Montalbano di Camilleri. Qui concorreva il suo «Il silenzio dei chiostri»(Sellerio).
 Di fronte a questo duo il quasi esordiente Signorini era sicuro di non avere chances.
  Poche ore prima della serata conclusiva confidava agli amici sulla spiaggia bianca di Tropea:  «Sono già felice di essere tra i finalisti. Ma figuriamoci, per la vittoria sono certamente  fuori dai giochi».
 Invece,  la giuria popolare composta  da   321 dei 409 sindaci calabresi, oltre che dai membri  dell'antica Accademia degli Affaticati e da 41 tra  studenti e cittadini tropeani, ha  rivoluzionato le aspettative, in controtendenza anche con le logiche del mercato editoriale.
 Dal Premio Tropea, che si è sempre caratterizzato per un'autenticità nuova, una lontananza  appunto dai giochi delle case editrici e  e un radicamento sul territorio,  parte così  un  forte  segnale a favore dei  giovani casi editoriali e del valore della lettura come esperienza  popolare più che intellettuale.
 La numerosa giuria dei pochi  grandi centri ma soprattutto  dei paesini disseminati sulle coste  dal mare turchese  e in mezzo alle aspre montagne della Calabria ha preferito  la storia  fantasiosa e metaforica di Green Talbot, che attraversa tutto  il secolo Novecento partendo  dalla crisi economica americana del 1929, tra cardellini parlanti e uomini che tentano di  volare, al romanzo impegnato di Lerner, che scava alla ricerca delle radici della sua famiglia  intrecciate con la tragedia dell'Olocausto e al noir accattivante della Gimenez Bartlett, fatto  di delitti, indagini e intrighi  tra religione e cruda realtà.
 Così, il romanzo del giovane veneto (già vincitore del Premio Tondelli per la narrativa) ha  conquistato il primo posto con 131 voti (pari al 36,3 % dei suffragi totali), contro i 128  di  Lerner ( 35,5 % ) e i 102 della scrittrice spagnola (28,2 %), che rappresentava la prima  presenza straniera alla manifestazione letteraria.  
 Il nome del  giovane autore entra nell'albo d'oro del Premio dopo quello di  Roberto Saviano  (Gomorra), di Gianrico Carofiglio (Ragionevoli dubbi) e di Carmine Abate (Gli anni veloci). 
 Per tre sere piazza Galluppi  è stata trasformata in un salotto letterario affollato di  pubblico. E  il conduttore Pasqualino Pandullo  ha intervistato non solo i tre finalisti,  facendo leggere da attori pagine dei loro romanzi, ma ha anche   stimolato la curiosità  su  altri autori venuti a presentare i  loro  libri, dall'attore Giorgio Pasotti («Dentro un mondo  nuovò edito Mondadori. ) al comico di Zelig Enzo Limardi ( «Il pacco», Falzea ed.).
 I tre premi andati a Signorini, Lerner e Gimenez Bartlett sono stati  ideati e realizzati da un  sapiente  orafo di Tropea e rappresentano i  tipici  balconi della cittadina turistica,  con un  libro appoggiato sulla ringhiera.
  Dopo la consegna i festeggiamenti sono proseguiti sulla panoramica terrazza del municipio con  una megatorta.
Premio Tropea: a sorpresa vince il giovane Matteo Signorini
Il romanzo «La sinfonia del tempo perduto» prevale su «Scintille» di Gad Lerner (finalista al Campiello)e sul poliziesco «Il silenzio dei chiostri» della spagnola Alicia Gimenez Bartlett
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