nostro inviato a Napoli
La voce di Domenico Merolla, uno dei 362 spazzini del consorzio Napoli 5 pagati per non fare nulla, arriva un po' disturbata dalla distanza. Mentre Napoli affoga tra i rifiuti, lui - che è anche responsabile della Cisal enti locali - è a ritemprarsi sulle nevi di Madonna di Campiglio, a distanza di sicurezza dai miasmi della discarica di Pianura. Che è, d'altronde, il quartiere dove è nato e vissuto.
Dunque lei è uno degli spazzini che non spazzano nulla.
«Proprio così».
Quanto guadagnate?
«Attorno ai milleduecento euro al mese».
E non lavorate mai.
«Mai. Proprio mai. La maggior parte di noi non ha lavorato un solo giorno da quando è stata assunta, il 27 marzo 2000».
Una pacchia.
«Macché. Essere pagati senza lavorare è umiliante».
Pare che ad alcuni suoi colleghi non dispiaccia.
«Gli sfaticati ci sono dappertutto. Ma la grande maggioranza di noi vive questa situazione come avvilente. Tantè vero che ogni mese andiamo a manifestare sotto la sede del municipio chiedendo di essere messi finalmente in grado di fare il nostro dovere».
E il sindaco Iervolino cosa vi risponde?
«L'ultima proposta è stata quella di assumerci tutti alle dipendenze dell'Asia, l'azienda della nettezza urbana. Abbiamo detto di no».
Perché?
«Perché invece del passaggio diretto ci proponevano di dimetterci e venire poi riassunti. In questo modo l'Asia avrebbe finto di assumere dei disoccupati e avrebbe risparmiato milioni di contributi. Ci chiedevano di renderci complici di una truffa in grande stile ai danni dell'Inps. Ovviamente ci siamo rifiutati».
Lei occupa il molto tempo libero facendo il sindacalista. I suoi colleghi come passano la giornata?
«Non fanno nulla. Tirano sera».
Intanto a Pianura la spazzatura la bruciano.
«Lo dico da abitante di Pianura: quello che vogliono commettere lì è un crimine.
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