PRESENTI, IL SALVATORE

PRESENTI, IL SALVATORE

Un difetto ce l’ha. Ed è quello di dire un po’ troppo spesso che, in fondo, a Genova non c’è alcun problema di sicurezza. E, dati e statistiche del ministero alla mano, magari ha pure ragione.
Ma la sicurezza è anche quella percepita dai cittadini, non solo quella delle statistiche. E in questo caso i dati sono drammatici: perchè è innegabile che, camminando per strada, quando usciamo, sui mezzi pubblici, persino in casa nostra, ci sentiamo meno sicuri. Ogni giorno i bollettini e i mattinali della Questura sono una lunga sequenza di furti, scippi, rapine, risse, truffe. Spesso - non sempre - con al centro stranieri, molte volte clandestini, molte volte nomadi. Sono numeri, cifre, fatti. Non razzismo.
Ma - al di là del peccato originale di dover «vendere» sicurezza ai cittadini, anche quando i cittadini fanno fatica ad accorgersene - occorre dare atto alla Polizia di Genova (e anche ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza) di riempire spesso quei mattinali anche di nomi dei colpevoli dei reati. Poi, magari, sono fuori il giorno dopo: ma questa è un’altra storia, una storia di magistrati o di legislazione, con cui le Forze dell’Ordine non c’entrano nulla.
Insomma, siamo comunque qui a raccontare di una Polizia che funziona, di una Polizia vicina ai cittadini. Del miracolo, compiuto dal questore Oscar Fioriolli prima e soprattutto da Salvatore Presenti ora di aver ridato credibilità anche a Genova a un corpo che era uscito a pezzi dopo il G8 nell’opinione pubblica. Di un gruppo di straordinari agenti e graduati - in questura e nei commissariati, per la strada e sulle volanti - che avevano pagato i fatti della Diaz (assolutamente vergognosi per chi ha disonorato la sua divisa), le condanne preventive della politica e l’oscuramento mediatico della vera storia del G8, dei saccheggi e della devastazione di Genova.
Ci tengo a dirlo proprio oggi, nel momento in cui i pm chiedono otto e sei anni di reclusione per tre ispettori della narcotici accusati di concorso in detenzione e cessione di droga. E, ovviamente, se sono colpevoli, è giusto che paghino. Ma della polizia a Genova ci si può fidare. Di più.

Ci si trova un valore aggiunto personale: e parlo anche per esperienza personale dopo aver visto al lavoro - da cittadino, non da giornalista - alcuni ispettori del commissariato di Nervi e lo stesso questore. Per strada, non in ufficio. Con la trasmittente in mano, nonostante il fisico e l’età più da tenente Colombo che da Miami Vice. Primo dei suoi uomini, non solo come slogan.

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