Presidente ds ospita gli abusivi in Provincia

Forza Italia: «La sinistra getta benzina sul fuoco per poi arrivare con gli idranti»

Sabrina Cottone

da Milano

Il prefetto di Milano sgombera il palazzo di via Lecco, occupato illegalmente da 267 extracomunitari, arrivati in Italia per ragioni umanitarie e politiche. E il presidente della Provincia, il diessino Filippo Penati, risponde con un colpo di mano: 178 di questi sfollati sono stati invitati a passare la notte nell’aula del consiglio provinciale. Una scelta ancora più sorprendente perché a tutti gli sgomberati erano stati offerti dal Comune case, ricoveri e prefabbricati che gli sfollati avevano rifiutato. L’occupazione dello stabile andava avanti da 45 giorni e i proprietari avevano chiesto a più riprese di sgomberare l’edificio. Martedì la decisione del prefetto, Gianvalerio Lombardi, che ha spiegato di aver agito anche per evitare rischi di crolli.
Tiziana Maiolo, assessore comunale ai Servizi sociali, è allibita dalla decisione di Penati: «Tutto dimostra che è un’operazione politica: gli abbiamo offerto 500 letti, hanno preferito andare a dormire sulle sedie. Gli occupanti di via Lecco hanno rifiutato prefabbricati, appartamenti con piscina in provincia di Milano, posti nel dormitorio di viale Ortles». Il vicesindaco, Riccardo De Corato, ritiene le scelte dei rifugiati vere e proprie prepotenze: «Rifiutano qualsiasi cosa. Vogliono case vere ma noi non possiamo dargliele perché sarebbe ingiusto verso chi le aspetta da anni, è regolarmente in lista, ne ha diritto e non occupa illegalmente interi palazzi». «La sinistra getta benzina sul fuoco per poi arrivare con gli idranti» accusa il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Manfredi Palmeri, che sottolinea una coincidenza: «Fa pensare che un rappresentante degli occupanti dichiari che il Comune non ha aiutato e chieda alla Provincia di farsi carico delle richieste e che esattamente due minuti dopo, alle 11.52, Penati, vestito da pompiere, sia intervenuto sulla vicenda».
Già ieri mattina il presidente della Provincia si era inserito a sorpresa nelle trattative, offrendo accoglienza agli sfollati in una scuola di proprietà del Comune. Ma era solo il primo passo verso il colpo di scena serale, quando l’assessore provinciale Francesca Corso propone «l’ombrello della Provincia» alle persone che hanno rifiutato gli alloggi messi a disposizione dal Comune e deciso di passare la notte in piazza Duomo. «Tutti a Palazzo Isimbardi» è lo slogan che convince i rifugiati di Eritrea, Etiopia e Sudan e che arriva da un accordo tra don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, e il presidente della Provincia. Dopo qualche discussione, sul sagrato di piazza Duomo passa la linea delle associazioni: «L’unico modo per costringere il Comune a trattare sulla soluzione della scuola di via Saponaro 40 è usare l’aiuto della Provincia». Sacchi, coperte, valigie. I 178 immigrati rimasti (dopo che 55 hanno scelto il villaggio di container offerto dal Comune e altri si sono fatti ospitare da amici e parenti) si alzano e seguono don Colmegna e l’assessore provinciale alle Politiche sociali Francesca Corso fino all’ingresso della Provincia.
Momenti di tensione si erano registrati alla rottura delle trattative, prima delle 19, mentre i rifugiati cercavano di uscire dalla sede della Protezione civile ostacolati dalla polizia. Poi il via libera delle forze dell’ordine. E il corteo composto dai 178 immigrati si è messo in marcia. Circolazione bloccata e un solo momento di paura, quando una camionetta della celere ha rischiato di investire alcune persone che camminavano a centro strada.
I rifugiati hanno proseguito compatti, avvolti in sciarpe e coperte, con le loro «case» sulla testa o sulle spalle.

Una scena surreale, seguita con stupore dagli automobilisti, dai milanesi alle finestre e dai passanti, sempre di più man mano che il corteo raggiungeva il centro. Una volta in Duomo i rifugiati si sono sistemati, pronti a trascorrere la notte. Poi la svolta.

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