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Preso il maniaco del treno Violentava le donne con i caffè al sonnifero

Trieste«L’idea di addormentare le ragazze sui treni l’ho copiata da un telefilm. Prendevo i soldi e qualche volte ho allungato le mani, ma signor giudice, mi creda non sono mai andato oltre un certo limite». Parola di Domenico Bonafede, detto «Mimmo», 55 anni, siciliano arrestato venerdì scorso a Trieste. «Dovevo mantenere i mie cavalli» ha cercato di abbozzare il driver dell’ippodromo del capoluogo giuliano davanti alle pesanti accuse di violenza sessuale continuata e rapina aggravata. Bonafede di cavalli ne ha solo uno, ma con le corse non riusciva a far quadrare il bilancio. La bestia si chiama Fantomas, come il famoso personaggio delle storie noir, che devono aver affascinato il suo padrone. Bonafede, diventato il Fantomas delle ferrovie, addormentava le ignare passeggere offrendo alle sue vittime limoncello o caffè drogati. «L’idea mi era venuta guardando un telefilm - ha dichiarato davanti al gip del capoluogo giuliano Raffaele Morvay -. Mi sono servito del Tavor, un tranquillante che mi ero fatto prescrivere».
Il maniaco dei treni tritava una tavoletta di sonnifero nel bicchiere che offriva alle malcapitate. Una volta crollate le alleggeriva di soldi e gioielli. In alcuni casi avrebbe avrebbe abusato delle belle addormentate. Almeno cinque giovani donne straniere sono state vittime di Bonafede, secondo l’accusa del pm Cristina Bacer. I sospetti, però, riguardano le disavventure capitate a una ventina di donne. Lo stesso driver avrebbe cominciato a vuotare il sacco parlando di una quindicina di episodi. «Signor giudice avevo bisogno di soldi per mantenere i miei cavalli - ha ammesso il siciliano trapiantato a Trieste -. Ho addormentato qualche passeggera per prenderle i soldi, ma mai tutto quello che avevano». E ammette, secondo il quotidiano locale «il Piccolo», di aver allungato le mani solo qualche volta. «Non sono riuscito a resistere, ma non ho mai approfittato oltre un certo limite».
Un paio di mesi fa una giovane tedesca si era svegliata di soprassalto, dall’intorpidimento del sonnifero, mentre il Fantomas dei treni la stava toccando nella parti intime. Il sistema era sempre lo stesso e ben collaudato. Bonafede arrivava alla stazione di Tarvisio, dove attendeva l’arrivo del treno notturno che parte da Vienna collegando Udine e Trieste. L’Euronight che prosegue fino a Roma. Adescava le giovani vittime negli scompartimenti facendo finta di leggere dei libri in tedesco o inglese. Solitamente rompeva il ghiaccio chiedendo informazioni sul significato di alcune frasi. Poi offriva un bicchierino di limoncello o di caffè. Ne beveva prima uno lui per non insospettire la vittima, che si trovava fra le mani il bicchiere trattato con il sonnifero. Una ragazza della repubblica ceca ha denunciato alla Polfer di Roma uno stupro proprio sullo stesso treno preso di mira da Bonafede. Al sospetto violentatore è stato chiesto che si sottoponga all’esame del Dna. Non sempre, però, il colpo è andato a buon segno. Una ragazza di colore, nonostante alcuni caffè trattati con il Tavor, non aveva ceduto al sonno e lui è finito in bianco. Rinchiuso nel carcere di Trieste del Coroneo ha deciso di vuotare il sacco cercando di evitare l’accusa di violenze sessuali.
Tarchiato e pelato, Bonafede sarebbe diventato il Fantomas delle ferrovie da un paio d’anni. La Polfer di Gemona, in provincia di Udine, era da tempo sulle sue tracce. La collaborazione della polizia austriaca e le intercettazioni autorizzate dal pm di Trieste hanno permesso di chiudere il cerchio. Venerdì scorso Bonafede è stato ammanettato dagli agenti della squadra mobile del capoluogo giuliano nei pressi dell’ippodromo. Con i poliziotti che lo portavano via ha ammesso con rammarico: «Peccato. Ora, con la mostra del cinema ci sarebbero state tante ragazze con buone possibilità economiche a bordo dei treni per Venezia».
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