Preso dopo lo scippo ci riprova: ripreso

La prima volta è finito in ospedale, la seconda a San Vittore

Quando uno non sa rubare, non sa rubare, punto e basta, ed è inutile che ci riprovi. Qualcuno dovrebbe spiegarlo a un cingalese di 39 anni, che nel giro di una decina di giorni ha tentato due scippi, finendo sempre in cella. Una volta persino passando per l’ospedale, perché nella fuga era finito sotto una macchina.
Partiamo dal primo assalto, forse il più comico, tentato dal nostro mago del crimine. Sono le 19.30 di martedì 27 giugno, Tiziana R., 35 anni sta camminando in via De Amicis parlando al cellulare quando il cingalese le strappa l’apparecchio e fugge in bicicletta. La donna reagisce, lo insegue, aiutata da un passante. Il cingalese, per tenere a bada i due, con una mano regge il manubrio, con l’altra una sbarra di ferro che rotea sopra la testa. Ovviamente non guarda la strada e finisce sotto un’auto. Non bastasse, passa un equipaggio dei carabinieri che lo prende in consegna. Portato al Policlinico, viene trattenuto un giorno, poi trasferito a San Vittore, quindi processato, piccola pena per un colpo del genere, e rimesso in libertà.
L’altro pomeriggio arriva una telefonata al 112. È un muratore che ha appena «arrestato» uno straniero. Un tizio con la pelle olivastra che aveva strappato la borsa a una ucraina di 56 anni, seduta su una panchina ai giardini di via Cremona.

Anche questa volta fuga in bici, inseguimento da parte della vittima e di un anziano passante, spintonato e fatto rotolare a terra. E anche questa volta il balordo va a «sbattere», non contro un auto ma contro il nerboruto muratore. Naturalmente era sempre lui «l’uomo che non sapeva rubare».

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