Previdenza e pensioni

Pensioni: da gennaio 2024 via all'adeguamento all'inflazione: +5,4%

L’aumento è stato calcolato considerando la variazione percentuale verificatasi negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023

Pensioni, il Mef conferma l’adeguamento al livello di inflazione del +5,4%

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Pensioni, il Mef conferma l’adeguamento al livello di inflazione del +5,4%

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Il Mef ha confermato l’adeguamento delle pensioni al livello di inflazione. Giancarlo Giorgetti, ministero dell’economia e delle finanze, assieme a Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ha firmato il decreto che prevede la ridefinizione dell’assegno previdenziale in base al tasso di inflazione. L’aumento del 5,4% sarà riconosciuto a partire dall’1 gennaio 2024 solo ai pensionati che ricevono fino a quattro volte il minimo, mentre per valori superiori l’adeguamento si ridurrà in maniera progressiva. In Italia i pensionati sono oltre 16 milioni. Gli aumenti si applicheranno ai valori definitivi del 2023, che diventeranno tali solo la prossima settimana, quando verrà applicato l’adeguamento all’inflazione accertata del 2022: finora è stato utilizzato l’indice provvisorio del 7,3%, mentre a dicembre si applicherà l’8,1%, con riconoscimento degli arretrati per tutto l’anno in corso.

La misura

L’aumento è stato calcolato considerando la variazione percentuale verificatasi negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023. In termini numerici la rivalutazione comporterà aumenti per il 2024 fino a 122 euro per gli assegni che ammontano a fino a quattro volte il minimo.

Gli aumenti

Attualmente il trattamento minimo per il 2023 è fissato a 563,74 euro, a questa cifra va aggiunto lo 0,8% di differenza tra l'inflazione recuperata nel 2023 (7,3%) e quella effettiva registrata nel 2022 (8,1%). Coloro che hanno redditi da pensione tra i 2.272,96 (quattro volte il minimo) e i 2.841,2 euro al mese (cinque volte il minimo) otterranno un recupero del 4,59% (l'85% del 5,4%) ovvero al massimo 130,41 euro. Coloro che hanno un reddito tra cinque e sei volte il minimo (3.409,44 euro) hanno diritto a recupero il 53% quindi per un aumento del 2,862% pari al massimo a 97,57 euro. Chi ha pensioni fino an otto volte il minimo (4.545,92 euro al mese) ha diritto a un recupero del 47% dell'inflazione ovvero al 2,538 per un aumento del cedolino che arriva fino a 115,37 euro.

Gli altri incrementi

Per quanto riguarda i pensionati che hanno redditi tra otto volte (4.545,92 euro) e 10 volte il trattamento minimo (5.682,4 euro al mese) recupereranno il 37% dell'inflazione su un aumento dei prezzi del 5,4% all'1,998%. Si otterrà al massimo un aumento sul cedolino di 112,96 euro. Per chi ha un assegno che va oltre dieci volte il minimo percepirà una percentuale sull'aumento dei prezzi del 22% quindi solo l'1,188% su un’inflazione nel 2023 valutata al 5,4%.

Nel caso in cui l’assegno lordo mensile ammontasse a 7mila euro al mese l’incremento sarà di 131,6 euro lordi.

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