Quinte trasparenti e lampadari barocchi intrappolati in gabbie di tubi hi-tech: ecco la scenografia voluta da Roberto Cavalli per la sua magica sfilata. Un inno al savoir faire artigianale dell'Italia e un'accelerata sulla sua inesauribile fantasia distillata in una serie di vestiti-capolavoro. Che ieri sono andati in scena con la complicità della struggente colonna sonora che Ennio Morricone scrisse per Le Professionel, film del 1981 con Jean Paul Belmondo. Un colpo al cuore anche per l'affascinante attore francese seduto in prima fila.
Dopo stagioni in cui Cavalli ha cercato strade alternative e talvolta meno appropriate per esprimere la sua creatività, finalmente una collezione che lo rappresenta al cento per cento e appaga i desideri delle donne con pezzi ad alto tasso di seduzione: gonne e abiti in seta stampata e plissettata a mano con pieghe che si aprono su un print differente. Sotto animalier, sopra floreale, e viceversa. Negli irresistibili vestiti da sera le stampe sono impreziosite da ricami tridimensionali di paillette e baguette. «Dobbiamo essere positivi e per questo ho scelto l'oro e l'ho sparso a profusione anche nei sontuosi ricami sui tulle di seta» spiegava Cavalli non nascondendo l'orgoglio per quella sapienza tutta fiorentina che gli ha permesso di presentare autentici masterpiece come le giacche da smoking di perfezione sartoriale e i giacchini in pitone e coccodrillo percorsi da intarsi e ricami tono su tono. Due i must have di stagione: le scarpe con tacco scultura a intarsio di fiori e serpenti e la borsa Florence in cocco nude o nero. Quando si parla di eccellenza non bisogna dimenticare anche la sapienza manuale di certi designer.
Gianfranco Ferré, per esempio, adorava annodare le lunghe cinture che diventavano fiocchi stilizzati sulle modelle. Una grazia che ieri abbiamo rivisto nella collezione disegnata dai suoi ex assistenti, Stefano Citron e Federico Piaggi, alla prima prova come stilisti di una linea che ha reso grande il made in Italy. «Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con l'architetto negli ultimi due anni della sua vita e di nutrirci della sua potenza creativa» dicevano i due visibilmente emozionati alla fine del défilé. Perfetta è apparsa in sfilata l'identità dei codici della maison e molto ben riuscito il lavoro su geometria e purezza. Magnifici i brevi abiti tunica in bianco ottico interrotto da fasce di metallo lucido, gli abiti bustier con pannelli di tessuto ondeggianti sul corpo e le nuove camicie che come sexy top denudano le spalle, gli impeccabili pantaloni di gusto maschile e gli abiti da sera rigorosi come sculture ma flessuosi come giunchi.
Tutt'altro tono da Dean e Dan Caten, i gemelli di DSquared2 che cavalcando l'onda emotiva della musica del Diavolo hanno mostrato il volto affascinante dello stile shabby chic, un po' hippy e un po' bohemièn. Ieri tra bottiglie di birra e fango, la passerella era come il terreno di un cult-festival tipo Glastonbury dove bellissime rock girl indossavano maxi abiti colorati con giacche maschili, hot pants con top a stelle e strisce, bolero in denim con ricami di borchie e chilometriche frange su gonnelloni a balze di tre colori. Perfettamente in tema gli allegri stivali da pioggia in gomma colorata «impantanati» con un trattamento simile ai lavaggi utilizzati per i jeans e che erano stati confezionati per Madonna nel Drowned World Tour del 2001. Lunghi anche gli abiti da giorno disegnati dalla Simona Barbieri, stilista di talento della collezione Twin-Set che si allinea alla generale tendenza romantico-chic della prossima estate ma ne offre una versione personale e sdrammatizzata con pizzi, ricami, micro fantasie oltre a paillettes metallizzate. Il tutto con una grande attenzione alla fruibilità che da sempre è caratteristica anche della collezione «.normaluisa» disegnata da Giorgiana, stilista rimasta a lungo nell'anonimato.
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