Federico Casabella
Energico, preparato, ancora arrabbiato come quest'estate. Questo è Enrico Preziosi, deciso a continuare la sua battaglia per se stesso e per il Genoa. Ospite del salotto di Primocanale, seduto su una super poltrona, il presidente rossoblù, ieri sera, ha dettato le memorie dei suoi ultimi mesi da genoano, tornando a parlare della giustizia sportiva e del Palazzo che lo avrebbe incastrato. Ma il centro del discorso, la vera novità emersa, è che Enrico Preziosi non ha assolutamente intenzione di lasciare la società rossoblù e tantomeno di passare la mano: «Il Genoa non è in vendita - ha detto il presidente - Non mi sono mai sognato di venderlo». Non c'è nessuna trattativa in corso, nessun acquirente serio che si sia affacciato in questi mesi alla finestra per tentare di intavolare una trattativa seria che potesse segnare un nuovo cambio di testimone alla guida della società genovese: «Ho avuto due contatti con i quali non mi sembrava serio neanche provare a discutere - rivela Preziosi. - Sarei disposto a vendere solo se ci fosse un imprenditore serio che garantisse più di quello che posso garantire io. Se c'è una persona migliore di me, che dia garanzie maggiori della mia e possa investire di più nella società si accomodi, gli faccio largo. Ad oggi nessuno con questi requisiti si è fatto vivo».
La possibilità di una cessione è diventata anche fonte di tensione tra i tifosi, con la gradinata divisa tra chi ancora sostiene il "Joker" e chi invece pretende che il re dei giocattoli esca di scena per non danneggiare ulteriormente l'immagine del Grifone: «Non andrò più sotto la gradinata, non voglio che certi miei comportamenti spacchino la tifoseria. Cerco il consenso di tutti, ma non lo pretendo, se certi tifosi sono preoccupati lo capisco perché la mia è una posizione scomoda, ma gli invito a non farsi prendere dall'emotività», poi chiarisce il suo pensiero su chi lo contesta, «ragionano da ultrà, non sono mossi da nessun disegno strategico».
Tra il racconto del suo approdo a Genova («da quando sono arrivato, ho trovato mille problemi soprattutto per ricostruire questa società»), e qualche battuta sul caso giudiziario («non vedo l'ora che parta il processo ordinario per dimostrare l'innocenza mia e del Genoa»), Preziosi glissa su chi gli chiede conferme sull'incontro che avrebbe avuto con Carraro nei giorni scorsi, ma poi ammette: «Sì lho incontrato». Poi ricorda che ha comprato il Genoa «per provare emozioni». In positivo o in negativo, nel bene o nel male ma le emozioni non sono mancate.
Ieri, intanto, doppio allenamento per i rossoblù in vista della sfida di domenica al «Ferraris» contro il Giulianova. Gli uomini di Vavassori, al mattino hanno lavorato in palestra, nel pomeriggio hanno disputato una partitella in famiglia. Solo due gli assenti: Rimoldi e Tedesco, ancora fermi ai box. Difficile che il capitano del Genoa possa essere pronto per la partita del fine settimana. Al suo posto si sta scaldando il giovane Stefano Botta, classe 1986, arrivato in estate dalla serie B svizzera, che si dice pronto a rilevare l'uomo simbolo dell'attuale Grifone: «La speranza di scendere in campo dall'inizio c'è. - ha commentato Botta - Se Tedesco ce la facesse a recuperare, buon per lui e per la squadra. Ma se il mister decidesse di buttarmi dentro io non sono pronto, ma prontissimo. Fosse per me giocherei anche in porta piuttosto di essere in campo in uno stadio emozionante come quello di Marassi».
Nel contempo i tifosi si stanno già organizzando per la trasferta di San Marino. I Genoa club Sestri Ponente, Nervi, Rapallo e Palmaro e i Figgi do Zena, hanno predisposto i pullman per la partita di domenica 13 novembre.
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