Preziosi infuriato: «C’è qualcuno che non vuole la promozione del Genoa»

Dopo 40 giorni di tira e molla la partita con lo Spezia si giocherà domani al Picco

Giovanni Porcella

Si gioca alla Spezia domani alle 15. Dopo quaranta giorni di tira e molla, giri d’Italia per trovare un campo abile per ospitare il match, polemiche e veleni come se piovesse, prima la Prefettura spezzina, dopo due ore di vertice, e poi la Lega di serie C attraverso un comunicato firmato dal presidente Mario Macalli, hanno deciso che la gara tra Genoa e bianconeri si farà al Picco. Insomma, come se fino ad ora si fosse scherzato. I tifosi aquilotti comprensibilmente esultano, quelli rossoblù sono interdetti e lo si capisce. Per non dire della dirigenza del Grifo letteralmente imbufalita.
Questa partita, fondamentale per le sorti del campionato di serie C, domenica scorsa non poteva disputarsi alla Spezia perché lo stadio non aveva i requisiti di sicurezza visto le problematiche legate all’ordine pubblico. Quattro giorni dopo, oplà va tutto bene. Macalli che aveva detto che non si sarebbe dovuto giocare, oltre la giornata di ieri, tanto che lui in caso contrario si sarebbe dimesso, è sempre al suo posto.
Il direttore generale del Genoa Angelo Fabiani, invece, vuole rassegnare l’incarico nelle mani del presidente Preziosi che passa al contrattacco: «Le dimissioni le ho respinte. Ho detto a Fabiani in questo momento di non fare passi avventati. Per quanto riguarda il resto faccio i complimenti alla nostra Lega. Finalmente abbiamo un presidente che garantisce il regolare svolgimento al torneo. Adesso vedremo cosa succederà: ne ho parlato con Carraro a lungo, ho fatto l’esempio anche del Monza che quando verrà a Marassi fra una settimana sarà riposato perché c’è chi gli ha concesso dei vantaggi. Bene, avanti così e poi mi parlano di garanzie per tutti». Ma in serata Preziosi è stato accontentato visto che Monza e Padova giocheranno come tutti gli altri domenica. E Carraro? «Quello che ci siamo detti resta riservato».
Di sicuro Preziosi è pronto a decisioni forti: «So io come dovrò comportarmi se non mi daranno delle risposte». Preziosi attacca anche il mondo politico, nessuno escluso: «C’è chi si professa genoano e poi fa passi contro di noi. Ne prendo atto. Siamo sotto elezioni, ma certi interventi non li capisco. Anzi penso a questo punto che ci sia chi non voglia la promozione del Genoa. Ma io non mollo e dimostrerò di peter vincere anche con questi colori». Parole dure come il colpo che tutto il Genoa ha dovuto subire.
Fabiani mette da parte le dimissioni, ma non la sua rabbia: «Vedo che la Lega di serie C con altre squadre si fa in quattro per fare favori, nei nostri confronti sorgono sempre difficoltà Questo è profondamente ingiusto». Intanto la squadra ieri mattina non sapeva neppure cosa fare. Attilio Perotti ha convocato tutti al campo con le valigie e poi in albergo. Oggi si replica con un’altra rifinitura, la terza.

Allenamenti saltati, concentrazione che è facilmente intuibile e una prospettiva non esaltante di tre viaggi, seppur brevi, in pochi giorni. Attilio Perotti si sforza di far vedere che è tutto sotto controllo, ma la normalità è un’altra cosa. Per il Genoa non c’è pace. Soprattutto pare proprio non ci sia neppure più rispetto.

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