Carmine Spadafora
da Napoli
Interrogatorio-fiume anche per Enrico Preziosi: il presidente del Genoa, è stato ascoltato per sei ore, in qualità di persona informata dei fatti, dai pm titolari del filone d'inchiesta sullo scandalo del calcio versione napoletana. Il numero uno genovese è arrivato a Palazzo di Giustizia poco dopo le 14.30, se nè andato col suo potente fuoristrada poco prima delle 20.30. Al termine della lunga deposizione, con i pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, che indagano sul campionato di A 2004-05, Preziosi ha lanciato nuove accuse al calcio italiano. «Esiste un sistema logoro, marcio, il Palazzo è marcio, sono cose che ho denunciato quattro anni fa, quando ero presidente del Como. Ma voi avete la memoria corta, allora passavo per farneticante, solo perché ero il presidente del Como».
Poi, solita difesa d'ufficio per Luciano Moggi, il superindagato dello scandalo che sta devastando il calcio italiano. «È Moggi il colpevole di questa situazione?» ha provocatoriamente chiesto un cronista. «Come si fa a incolpare Moggi di tutto questo sfacelo?» ha risposto Preziosi che ha poi spiegato: «Era tutto il sistema ad essere marcio. Era come un teatro, cerano molti protagonisti, Moggi era un attore, altri hanno forse più responsabilità». E, riferendosi alla giustizia sportiva, il testimone lha definita «inesistente e faziosa». Poi ha ampliato il suo pensiero su questo argomento. «In un Paese civile, chi sbaglia paga. Fino ad ora cè stata una giustizia faziosa. Adesso spero ci sia il ripristino delle regole, spero che non si ritorni a una sua gestione clientelare, di cui il Genoa è vittima. La giustizia del calcio ha avuto fino a poco tempo fa le sembianze di un club privato».
Sul futuro del calcio italiano, Preziosi si è detto fiducioso: «È una occasione unica, penso si voglia andare fino in fondo. Non credo si possa ricostruire il mondo del calcio, lasciando buchi che riguardano il passato. E penso anche che i campionati debbano slittare di almeno sei mesi. Non credo che i tifosi siano contrari. Anzi». Sulle sei ore di interrogatorio, Preziosi ha taciuto con i cronisti in attesa davanti al Palazzo di giustizia. «Quello che dovevo dire, l'ho detto. Spero che abbia riscontrato interesse nei pm». Poi, il patron ha rivolto un elogio agli inquirenti. «Mi è piaciuto l'interrogatorio. I magistrati della Procura di Napoli, sono persone che sanno ascoltare, cosa che non mi è mai successa».
Linchiesta dei pm napoletani, Narducci e Beatrice, volge ormai al termine.
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