Dopo tredici mesi di calo, l’inflazione ritorna a crescere in agosto, con un +0,3% rispetto a luglio mentre il dato annuale è del +0,1%. Sono cifre migliori rispetto a quelle che l’Istat aveva calcolato sulla base delle città campione (rispettivamente +0,4% e +0,2%), ma questo non basta a disinnescare la polemica sui prezzi alimentari, in particolare quelli di pane e pasta. Le associazioni agricole parlano di un crollo verticale dei prezzi alla produzione, mentre al dettaglio gli alimentari continuano ad aumentare. È una «lettura strumentale» dei dati, ribatte la Confcommercio, assicurando che i prezzi sono «sotto controllo».
Le cifre non consentono una valutazione del tutto oggettiva del fenomeno. I dati disaggregati dell’Istat parlano di aumenti, sia mensili che annuali, per pane e cereali, pesci, zucchero e dolciumi, caffè e tè, acque minerali e bibite gassate. In calo i prezzi di latte e formaggi, della frutta, di oli e grassi. La verdura è diminuita da luglio ad agosto, ma è rincarata su base annuale. «È scandaloso l’aumento di pane e paste - attacca la Coldiretti - mentre il grano viene pagato oggi agli agricoltori il 28% in meno dello scorso anno». Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) i prezzi agricoli sono scesi in agosto del 15,7%. I prezzi pagati ai produttori in campagna sono «in forte calo per tutte le categorie» e dunque, aggiunge la Coldiretti, non si spiega la crescita dei listini al consumo «se non con la presenza di manovre speculative». Qualcuno ricorderà che all’inizio dell’estate 2008, in parallelo al rialzo stellare del petrolio fino a 140 dollari al barile, s’era registrato un rincaro enorme di tutte le derrate alimentari, a causa di speculazioni sui mercati dei future.
In realtà l’Istat certifica che il macrosettore «prodotti alimentari e bevande analcoliche» mostra una diminuzione congiunturale (-0,2% fra luglio e agosto) e un aumento tendenziale inferiore al punto percentuale. Rincari elevati si riscontrano invece sui trasporti (+1,7% su base mensile). Secondo la Confcommercio, sono i settori dell’energia e dei trasporti a mostrare un «modesto incremento dei prezzi, mentre l’inflazione sui prodotti commerciabili è praticamente nulla». La benzina fa segnare un aumento mensile dell’1,8%, ma su base annua si registra un calo dell’11%; il gasolio rincara del 2,8% in agosto, però è in calo del 22,6% rispetto a dodici mesi fa.
Polemiche a parte, la dimensione del rialzo dei prezzi è talmente limitata da non spaventare nessuno. L’incremento dei prezzi in agosto nell’area euro è stato pari allo 0,3% ( come in Italia) mentre su base annua siamo ancora in territorio negativo (-0,2%). Poco più elevato l’aumento dei prezzi negli Usa (+0,4% in agosto) trainato dai prezzi della benzina.
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