Più che un invito, è una strigliata: alle banche, perché tornino a fare il loro mestiere. Ovvero, a prestarsi denaro reciprocamente, rendendo di nuovo fluido lancora ingessato mercato interbancario nonostante il deciso raffreddamento dei tassi Euribor (il tre mesi è sceso ieri al 4,02, minimo da aprile 2007). Le voci del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e quella del numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, diventano una sola: «Le Banche centrali - dice Trichet, da Francoforte - giocano un ruolo cruciale nel contenere la crisi, ma le banche devono impegnarsi per far ripartire il mercato interbancario e riprendere il ruolo di intermediari». Strauss-Kahn, da Parigi: «Cè il rischio di una nuova catastrofe del mondo della finanza. Se siamo seri, la crescita tornerà. Il pericolo è che il credito non si riprenda. È perciò legittimo obbligare i banchieri a concedere prestiti».
Insomma, lasticella della crisi non può essere superata senza lapporto del sistema bancario. Non cè nulla di concordato preventivamente nelle parole di Trichet e Strauss-Kahn, ma solo lidea condivisa che riattivando il canale degli impieghi è possibile mandare un segnale di fiducia ai mercati molto forte, soprattutto ora - sottolinea il leader dellEurotower - che «la crisi della sfera finanziaria ha contagiato leconomia reale». Lo sa bene proprio leuro zona: lo sconfinamento in recessione avvenuto nel terzo trimestre (-0,2% il Pil) non è facilmente risolvibile se le condizioni del comparto manifatturiero resteranno quelle, assai precarie, di novembre, come ben evidenziato dalla pesante battuta darresto dellindice Pmi, crollato al punto più basso dellultimo decennio (a 43,3 punti).
Alcuni analisti ritengono a questo punto inefficace una misura di stimolo sotto forma di un taglio dei tassi di mezzo punto nella riunione del 4 dicembre; Barclays suggerisce una sforbiciata dello 0,75%; Citigroup si spinge oltre, non escludendo la possibilità di vedere il costo del denaro di Eurolandia completamente appiattito nel 2009 (ora è al 3,25%), in uno scenario deflazionistico. Trichet ha ribadito che lIstituto centrale è nelle condizioni di abbassare ancora le leve monetarie dopo i due interventi effettuati tra ottobre e novembre, complessivamente da un punto percentuale. Naturalmente, nulla ha rivelato sullentità della misura, prevista perfino da un falco dellortodossia anti-inflazione come il consigliere tedesco, Axel Weber. «I dati sul Pmi non sono una sorpresa - ha invece aggiunto - tenendo conto che noi stessi abbiamo spiegato che leconomia è in fase di rallentamento».
Nella gestione dellemergenza, il banchiere francese attribuisce comunque al Fmi un ruolo cruciale, riassumibile nellesercizio di unefficace sorveglianza, così da alimentare politiche orientate alla stabilità, e in unazione di «trazione» sui Paesi di importanza sistemica attraverso «consultazioni multilaterali». Quanto ai governi di Eurolandia, devono continuare a far la loro parte, senza trascurare il processo di risanamento dei conti pubblici. I provvedimenti di sostegno alleconomia sono dunque «benvenuti» nel rispetto del Patto di stabilità e sviluppo, anche se alcuni Paesi non hanno spazio di manovra a causa dellelevato indebitamento.
Daltra parte, anche da Bruxelles è giunto ieri laltolà: il Patto non è sospeso, ed eventuali sforamenti prolungati ed eccessivi del tetto del 3% del deficit-pil attuati senza concordare un piano di rientro, saranno sanzionati con lapertura di procedure di infrazione.
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