Pietro Vernizzi
«Le riforme costituzionali del centrodestra affondano le loro radici nel Decalogo di Giovanni Spadolini, un testo scritto nel lontano 1983 per garantire lautonomia delle istituzioni e del governo». Lo ha affermato ieri sera Antonio Del Pennino, senatore del Pri, nel corso dellinaugurazione della nuova sezione milanese dei repubblicani, dedicata allo stesso Spadolini durante la quale Carlo Bassi, promotore delliniziativa, ha letto un messaggio di saluto del segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara. «Lo statista fiorentino - ha aggiunto Del Pennino - vedeva le istituzioni come una garanzia generale e rifiutò sempre di subordinare la loro difesa agli interessi di partito». Mentre per Stefano Folli, editorialista de «Il Sole 24 Ore», «Spadolini avviò il rafforzamento dei poteri del presidente del consiglio, oggi realizzatosi, e tratteggiò diversi altri punti in seguito sviluppati dai partiti».
Durante la serata si è parlato anche delle posizioni di Spadolini in politica estera. Per Del Pennino, «aveva la profonda convinzione che lAtlantico fosse un mare che unisce e non che divide lEuropa dagli Usa». E ha incalzato Folli: «Fu un forte sostenitore dellalleanza con gli Usa. Come ministro della Difesa del governo Craxi, ispirò sempre le sue iniziative a questo principio, tanto da non esitare a mandare in crisi lesecutivo, quando il segretario del Psi decise di liberare il palestinese Abu Abbas, sequestratore dellAchille Lauro, che aveva ucciso un cittadino americano».
Infine è stato ricordato anche il tratto umano del politico, che per Folli «in pubblico era solare, vanitoso, cercava la ribalta.
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