Pride, il sindaco guida la "resistenza arcobaleno"

Sull'assenza della Brigata Ebraica: "Li capisco, anche a Milano il rischio di antisemitismo c'è". Al corteo bandiere e slogan pro Gaza

Pride, il sindaco guida la "resistenza arcobaleno"
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Hanno sfilato "in 350mila" (secondo gli organizzatori) al Pride Milano che ieri ha aperto un ponte simbolico con Budapest, dove anche una delegazione del Comune guidata dalla presidente del Consiglio Elena Buscemi e dall'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha sfidato i divieti del premier Orban. Il sindaco Beppe Sala sul finale del corteo all'Arco della Pace si è unito impugnando lo striscione della "resistenza arcobaleno", accanto all'assessore al Welfare Lamberto Bertolè e alla presidente di Arcigay Milano Alice Redaelli. I partecipanti all'arrivo hanno intonato il "Bella Ciao". Lungo tutto il serpentone da piazza Repubblica all'Arco, bandiere palestinesi, slogan pro Gaza, striscioni del tenore "No Pride in Genocide" o "Il tuo Pride è inutile se stai in silenzio sul genocidio". Il sindaco, sul palco con Bertolè, dice di aver "sentito tante stupidate in questi giorni, la più grossa è che il Pride è divisivo, ma qui ci vogliamo tutti bene. Il Pride è una pacifica lotta per la libertà e dobbiamo andare avanti perchè i diritti conquistati non sono per sempre". Per la prima volta invece la Brigata Ebraica ha deciso di non partecipare proprio per l'utilizzo del termine "genocidio" sul conflitto in Medioriente, "una parola che notoriamente aizza l'antisemitismo - ha rimarcato il direttore del Museo della Brigata Ebraica Davide Romano -. Il documento politico del Pride milanese parla infatti di genocidio documentato perpetrato dal governo israeliano in Palestina". Parola divisiva, "contestata anche dalla senatrice a vita Liliana Segre", ma che ha risuonato con convinzione anche dal palco. Sala si dice "dispiaciuto per l'assenza" della Brigata ma aggiunge anche "li capisco, c'è paura. Il rischio di antisemitismo c'è, io sostengo che il governo Netanyahu è una iattura, ma sostengo anche che a Milano bisogna stare molto attenti". Giorni fa sono comparsi in città manifesti con la scritta "Israeli not welcome", gli israeliani non sono benvenuti. A chi gli chiede perchè non abbia espresso parole di condanna Sala ribatte: "Bisogna fare più che commentare, non sento il dovere di dover intervenire ogni giorno su tutto, su questo tema si stanno sprecando anche tante parole e io preferisco i fatti: alle 9 e 30 avevo già fatto togliere tutti i poster". Sul carro del Pd, come l'anno scorso i dem hanno portato un cartonato del governatore leghista Attilio Fontana avvolto dalla bandiera arcobaleno, in polemica contro il mancato patrocinio della Regione al gay pride. A chi gli domanda se in Italia i diritti siano a rischio Sala risponde che "oggi non abbiamo segnali concreti ma tante voci di partiti del governo totalmente dissonanti, anche un po' volgari, per cui grande attenzione dobbiamo porla a tutti. Vannacci? Da lui tentativi di grattare un po' la pancia.

Possiamo buttare le dichiarazioni in caciara ma è il vicesegretario della Lega". Il deputato FdI Riccardo De Corato ironizza: "Abbiamo assistito all'ennesimo corteo pro-Hamas del sabato, con la scusa del Pride centinaia di persone hanno sfilato con bandiere della Palestina addosso".

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