Un primario per il reparto fantasma

La presa di posizione di Piero Marrazzo è di pochi giorni fa. «Manager e primari non devono essere nominati dalla politica, servono nuove regole». Plauso generale: chi non può essere felice se manager e primari vengono nominati per merito e non per appartenenza politica? Se dovranno sottostare a un’attenta selezione partecipando a uno scrupoloso bando di gara? Ma c’è sempre qualche eccezione. Come la nomina d'imperio del direttore generale del San Camillo Forlanini, Luigi Macchitella, al professore emerito Eugenio Santoro nei ruoli di direttore scientifico della Rete di trapiantologia aziendale, denominata «Trapianti multiorgano». Il professore era passato dall’Ifo in carico al San Camillo, la scorsa primavera, suscitando un certo scalpore visto che in contemporanea al suo trasferimento era stato smembrato il centro d’eccellenza trapianti dell’Istituto Regina Elena. Il motivo di questa rivoluzione si andrebbe a motivare con il fatto che la giunta Marrazzo, almeno stando a quanto previsto in alcuni provvedimenti, prevedrebbe una centralizzazione della trapiantologia con lo smantellamento di tutte le altre strutture regionali. Se pure così fosse e se pure così sarà intanto la cosiddetta Rete trapianti multiorgano dovrebbe essere messa in piedi e non esistere soltanto sulla carta. A oggi infatti l’unita cosa certa è la nomina di Santoro, che intanto, a dicembre, avendo superato la soglia dei 70 anni, è andato in pensione. Motivo che ha indotto Macchitella a insignire il professore, una decina di giorni fa, del ruolo manageriale con un contratto triennale - senza vincoli di rinnovo - e con la disposizione di allestire un comitato scientifico organizzativo per la gestione del centro trapianti. Non a caso l’ingaggio suscita altre perplessità visto che proprio nell’atto del direttore generale viene sottolineato che la nomina del professore non porterà alcuna variazione di spesa al bilancio dell’azienda. Un aspetto curioso, visto che Santoro graverà per circa 100mila euro annui all’azienda. In una situazione così bizzarra, ai cittadini, non resta che sperare che si avverino i sogni di una decina di mesi fa dell’assessore alla Sanità Augusto Battaglia, che auspicava di riservare al Lazio «un nuovo e attrezzatissimo centro per la chirurgia dei trapianti». Il centro ancora non c’è, in compenso, è stato nominato chi lo andrà a dirigere.

E di questo sia Marrazzo che Battaglia ne dovranno rispondere a Stefano De Lillo: il consigliere di Forza Italia ha infatti presentato una dettagliata interrogazione per comprendere «quali siano i motivi di tale nuovo impegno di spesa in un clima di fortissimi tali e a rischio di nuove tasse».

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