«Le prime a fare dietrofront sono le donne»

Professor Antonino Di Pietro, lei è un dermatologo di grido con tanti pazienti Vip, è vero che è partita la corsa a farseli rimuovere?
«Non mi chieda nomi. Ma è proprio così: c’è un boom di pentiti tra chi da adolescente sognava un tattoo, ma col tempo ha cambiato completamente idea. Molti oggi si sentono banali ad avere un disegno tribale inciso nella pelle perché ormai è talmente diffuso che non fa più tendenza».
Quindi si leva. Ma come?
«Col laser in una o più sedute, a seconda delle dimensioni e della profondità del tatuaggio».
E quanto costa ogni seduta?
«In media 500 euro».
Rischi?
«L’unico rischio è che non vada via completamente, che resti una sorta di alone, di traccia che, nel gergo, chiamiamo “ghost”.

Capita quando il tatuaggio è molto profondo o quando il disegno è colorato, soprattutto se giallo, arancione o rosso».
È un intervento doloroso?
«È decisamente più doloroso farsi tatuare».
Chi sono i «pentiti» più comuni?
Le donne. D’altronde sono sempre loro le prime a dettare la moda e anticipare le tendenze».

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