da Washington
Il primo fu il generale Marie Joseph Paul Yves Roch Gilbert de Montier, meglio noto come Marchese de Lafayette: il 10 dicembre 1824, inaugurò la serie dei dignitari stranieri chiamati a fare un discorso di fronte al Congresso degli Stati Uniti riunito in sessione congiunta. Cinquant’anni prima, Lafayette era stato un eroe della Guerra d’Indipendenza americana e uno degli artefici dell’amicizia franco-americana.
Ieri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è diventato il 99º (e per ora ultimo) della serie di capi di Stato e di governo o personalità eccezionali, a cui il Congresso ha riservato lo straordinario onore. Con Berlusconi, sono 94 i leader stranieri di 47 Paesi ad avere parlato di fronte a Camera e Senato degli Stati Uniti: tre di essi l'hanno fatto più volte (Winston Churchill tre, Yitzhak Rabin e Nelson Mandela due volte ciascuno). Nella lista, vi sono undici monarchi e sei donne, fra cui tre sovrane: tre regine d'Olanda, Guglielmina, nel 1942, Giuliana nel 1952 e Beatrice nel 1982, che fanno della famiglia degli Orange Nassau l’unica che, per tre generazioni, abbia sempre fatto un discorso al Congresso Usa. Quattro dei 94 non erano, al momento del discorso, né capi di Stato né capi di governo: fra essi, oltre a Lafayette, Lech Walesa, che nel 1989 era il leader di Solidarnosc, e Nelson Mandela, che nel 1990 era il leader dell’African National Congress.
Per Paese, la Francia, grazie al marchese de Lafayette, batte 8 a 7 la Gran Bretagna, mentre l'Italia, sale al terzo posto solitario con sei presenze, davanti a Messico, Irlanda, Israele con cinque ciascuna. Fra i leader italiani, l’onore è toccato ad altri tre presidenti del Consiglio, Alcide De Gasperi, Bettino Craxi e Giulio Andreotti, e a due presidenti della Repubblica, Giovanni Gronchi e Antonio Segni.
È dal 1941 che la tradizione s'è affermata. In precedenza, le occasioni erano state solo tre: il discorso di Lafayette e, quasi 110 anni dopo, il 20 maggio 1934, uno dell'ambasciatore di Francia negli Stati Uniti Andrè de Laboulaye nel centenario della morte del marchese.
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